Washington, 9 ott. (Apcom) – “Credo che sia un errore che tutto si concentri in uno scontro tra interessi americani e quelli cinesi. Probabilmente questa questione dev’essere affrontata in un senso più vasto”. L’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema, invitato a Washington per un convegno sull’economia internazionale dalla Brookings Institution, uno dei più autorevoli think tank statunitensi, commenta così gli ultimi sviluppi valutari che stanno portando a un contenzioso tra Usa e Cina. Contenzioso, sottolinea, che va iscritto in un problema più ampio da affrontare.
“Per esempio – ha detto D’Alema ad Apcom – anche noi europei abbiamo avuto di che lamentarci per una certa politica di svalutazione del dollaro nei confronti dell’euro, che nel passato ci ha fatto pagare un prezzo molto alto. E’ evidente dunque che l’attuale sistema di fluttuazione e il modo con cui si gioca il tasso di cambio ai fini di promuovere le esportazioni è un sistema che non funziona e che è destinato a produrre dei conflitti, come quello che c’è tra Stati Uniti e la Cina”.
La soluzione secondo D’Alema “sarebbe negoziare un nuovo sistema e non quello di arbitrare un conflitto d’interesse tra americani e cinesi che rappresenta solo un aspetto di un problema molto più complesso e nel quale entrano tanti altri interessi, pensiamo a quelli dei Paesi emergenti. In generale non c’è dubbio a mio giudizio – aggiunge – che il renmimbi sia sottovalutato però isolare questa questione è un errore”.
I tempi sono maturi per una riforma dei cambi a livello internazionale e con quale istituzione catalizzatrice? “Se non ora quando? Se non in questo momento in cui i problemi della governance globale s’impongono all’attenzione di tutti per dare forza e stabilità alla ripresa…Ora è il momento. I formati – sottolinea D’Alema – non sono un problema, il problema è la volontà politica”.
BOL
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