Ginevra, 27 giu. (Apcom) – Pazze forse no, ma almeno arrabbiate sì: le autorità svizzere si sono dette allarmate per un repentino quanto inaspettato aumento nell’aggressività mostrata delle mucche nei confronti dei turisti appassionati di paesaggi montani.
L’ultimo episodio di bovina ribellione risale al 20 giugno scorso: solo l’intervento di un elicottero della Forestale ha impedito che le mucche – considerate simbolo di domestica erbivora mansuetudine, come se i tori appartenessero ad un’altra specie – finissero a colpi di zoccolo due imprudenti trekkers avvicinatisi ad una mandria al pascolo, circondati e caricati a testa bassa.
Il rischio viene soprattutto dalle mucche che allattano, sempre più numerose negli alpeggi elvetici e pronte a tutto per difendere la prole dalle minacce di possibili predatori: e, ricordano i naturalisti, per una mucca l’uomo – con gli occhi sistemati non in posizione laterale, ma frontale – ha tutte le caratteristiche somatiche tipiche del potenziale predatore.
Per evitare ogni problema, avvertono gli specialisti, occorre rispettare il loro ambiente dato che in fin dei conti, sono i turisti a invadere il loro territorio: mai passare troppo vicino ad una mandria, mai mettersi fra una mucca e il suo vitellino e, soprattutto, mantenere in basso profilo.
Se tutto ciò non bastasse e i bovini si avvicinassero con l’aria di non voler troppo discutere, non bisogna mettersi a correre ma “allontanarsi tranquillamente evitando di guardarle negli occhi”; se poi ci si trovasse circondati, la cosa migliore da fare è rimanere immobili: aspettando la Forestale.
(con fonte Afp)
Mgi
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