BESOZZO La crisi economica continua a colpire le famiglie, senza distinguere tra italiani e stranieri. I dati della Caritas del decanato di Besozzo, formato da 26 parrocchie tra cui Gavirate e Laveno Mombello, parlano chiaro. Soprattutto il fondo famiglie e lavoro, messo in campo dalla diocesi per volontà dell’arcivescovo Dionigi Tettamanzi, si è rilevato essere strumento di supporto fondamentale, tanto che verrà riproposto anche nel 2011. «Nel nostro decanato – spiega don Flavio Speroni, responsabile Caritas –
hanno avuto accesso al fondo famiglia 33 richieste tra quelle pervenute, di cui 9 dal comune di Besozzo; altre 7 sono in attesa di risposta, mentre altrettante non hanno avuto esito positivo non avendo i requisiti necessari».
In base alle richieste pervenute la diocesi di Milano, tramite i singoli parroci, che si fanno garanti contro ogni possibile abuso, ha erogato ben 30 mila euro solo per il decanato di Besozzo. Allargando lo sguardo all’intera zona pastorale, che corrisponde grosso modo al territorio provinciale, sono state accolte 459 richieste per un totale di circa 920 mila euro. «Le nostre parrocchie però – fa notare don Flavio – ricevono molto di più di quanto offrono; nel nostro decanato, il dato è di marzo 2010, le raccolte sono state di 5305 euro mentre i contributi distribuiti ammontano a 15900».
Dietro ai significativi, ma comunque freddi dati numerici, si nascondono casi drammatici che coinvolgono decine di famiglie. La Caritas attraverso i centri di ascolto si avvicina a queste realtà. I centri di ascolto del decanato besozzese sono attualmente tre: Besozzo, Cocquio Trevisago e Gavirate. Un quarto sta nascendo a Laveno Mombello dove è appena terminato un corso di formazione per gli operatori. «Nei centri di ascolto – afferma don Flavio – non si dà un aiuto materiale e basta ma si sostengono le persone e le si accompagna a prendere coscienza della situazione e delle possibilità che si hanno per uscirne; gli interventi sono limitati nel tempo, solitamente tre o quattro mesi, e non assumono la forma dell’assistenzialismo ad oltranza». La grave crisi economica in atto spinge molte persone della nostra zona a rivolgersi ai centri Caritas. «Sono aumentati i giovani disoccupati – prosegue il sacerdote – i lavoratori subordinati finiti in cassa integrazione, i disoccupati e purtroppo sono aumentati coloro che pur con un lavoro non arrivano a fine mese; tra i poveri ci sono sempre più persone che fino a qualche mese fa non avrebbero mai immaginato di bussare alle porte di un centro d’ascolto».
La stessa Caritas avrebbe bisogno di più volontari per far fronte a tutte le richieste d’aiuto. «Le richieste principali – ricorda don Flavio – sono quelle relative al lavoro, al problema della casa e alla fatica sempre più crescente di fare fronte agli impegni presi a livello di mutui e rate varie». Il centro di ascolto a Besozzo è aperto il primo e terzo sabato di ogni mese. «A partire da gennaio 2011 – conclude il responsabile Caritas – vorremmo aprire anche il secondo e quarto martedì di ogni mese».
Matteo Fontana
f.artina
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