Berlino, 28 giu. (Apcom) – Christian Wulff o Joachim Gauck? I numeri danno ragione al primo, il cuore dei tedeschi al secondo. Mercoledì si deciderà il nome del futuro presidente tedesco, un incarico prettamente onorifico che però si è trasformato in un test chiave per il governo di Angela Merkel.
Se l’elezione si svolgesse a suffragio diretto, sarebbe certamente l’ex pastore della Ddr, Joachim Gauck, a spuntarla. Lo confermano tutti i sondaggi, e gli organi di stampa, di tutte le tendenze politiche, hanno espresso un’esplicita preferenza per il candidato presentato dall’opposizione socialdemocratica e verde. Ma il capo di stato sarà eletto dalla Bundesversammlung – un’assemblea ad hoc composta dai 622 deputati del Bundestag e da altrettanti delegati dei Laender – e in questo organismo la maggioranza numerica va alla coalizione di centro-destra, che ha presentato il 51enne, Christian Wulff, governatore della Bassa Sassonia.
Il voto si inserisce in un quadro politico tutt’altro che tranquillo per il cancelliere cristiano-democratico Merkel, la cui popolarità è crollata negli ultimi mesi, assieme a quella dell’intero gabinetto. E l’elezione di Wulff, che in un altro momento sarebbe stata una pura formalità, si sta trasformando in un casus belli, cui non sono estranee le tensioni all’interno della stessa coalizione di governo, oltre che una scelta poco felice del candidato del centrodestra, al contrario di quella del centrosinistra.
Wulff dovrebbe beneficiare teoricamente di una ventina di voti di vantaggio rispetto alla maggioranza assoluta richiesta per l’elezione al primo turno, a scrutinio segreto. Ma quattro delegati della Fdp (i liberaldemocratici al governo) hanno annunciato che sosterranno Gauck. Oltretutto la legge elettorale prevede che il presidente sia eletto dai componenti dell’assemblea “senza vincoli di mandato”. Se il candidato del centro destra non otterrà la maggioranza assoluta al primo o al secondo turno, a partire dal terzo sarà sufficiente quella relativa.
Gauck, 71 anni, non gode però dei favori della Linke, terzo partito all’opposizione: l’ex dissidente e responsabile della Commissione che aprì gli archivi della Stasi (la polizia segreta della Ddr) è detestato da molti dirigenti del partito, derivazione della Pds (l’ex Sed della Ddr). Ma anche all’itnerno della Linke alcuni deputati hanno annunciato di volerlo sostenere in caso di terzo turno. Insomma l’esito del voto non è affatto scontato-
Fcs
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