Clima; Riscaldamento globale, Obama pensa di “raffreddare l’aria”


Washington, 8 apr. (Ap)
– Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama starebbe pensando di combattere il problema del riscaldamento globale con l’adozione di tecnologie ad hoc volte a raffreddare l’aria del pianeta, ricorrendo così alla geoingegneria. A confermarlo, in quella che è stata la sua prima intervista da quando è diventato ufficialmente il nuovo consulente scientifico di Obama, è stato John Holdren. L’intervista è stata concessa all’Associated Press.

“Non possiamo permetterci di trascurare alcuna ipotesi”, ha detto Holdren, parlando dell’idea che il governo americano sta vagliando.

Ma come si potrebbe riuscire a raffreddare l’aria? Lo scienziato ha spiegato che un’opzione estrema sarebbe quella di immettere nell’atmosfera più alta particelle opache che riflettano i raggi del sole; l’amministrazione però ricorrerebbe a una tale misura, ha precisato Holdren, soltanto una volta esaurite tutte le altre. E questo perchè, ha avvertito lo scienziato, immettere le particelle nell’aria potrebbe avere gravi effetti collaterali. Tuttavia, nonostante la precisazione, Holdren ha poi affermato che “potremmo essere così disperati al punto di volere il suo utilizzo”.

Un’altra idea di geoingegneria sarebbe quella di far ricorso ai cosiddetti alberi artificiali, che aspirino le emissioni di anidride carbonica. Un’opzione, ha continuato Holdren, che all’inizio è apparsa come proibitiva sul fronte dei costi, ma che poi, sottoposta a un altro esame, è sembrata lievemente più conveniente.

Insomma, Obama le vuole provare davvero tutte per far fronte al problema del riscaldamento globale che, secondo il suo scienziato, potrebbe avere “conseguenze davvero intollerabili”. Nell’intervista rilasciata all’Associated Press, durata mezz’ora circa, Holdren ha paragonato per ben due volte il fenomeno del riscaldamento globale a quella situazione in cui ci si trova “in una macchina con freni che non funzionano, e si guida verso un precipizio nella nebbia”.

Fisico di 65 anni, Holdren non è l’unico a prendere in considerazione in modo serio la geoingegneria, visto che lo stesso parlamento del Regno Unito ne ha parlato recentemente. E la scorsa settimana lo stesso scienziato di Princeton Robert Socolow, ha riferito alla National Academy of Science che la geoingegneria dovrebbe essere un’opzione disponibile, in caso di peggioramento drammatico delle condizioni climatiche.

Intanto la American Meteorological Society sta preparando una bozza per esprimere la sua posizione sul ricorso alla scienza. “E’ prudente considerare i potenziali della geoingegneria, al fine di comprendere i suoi limiti e per evitare un suo utilizzo avventato”.

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