Saronno, 2 milioni di buco per l’affaire Di Luccio

SARONNO Un danno economico di due milioni di euro ed uno ambientale incalcolabile con l’area dietro la stazione che potrebbe restare un cantiere per quasi un decennio, ostacolando la realizzazione del grande parco che i saronnesi attendono da anni. E’ questo, secondo il sindaco Luciano Porro, il costo che la città degli amaretti dovrà pagare per il fallimento dell’Isi in merito al quale la guardia di finanza di Varese ha arrestato l’ex assessore Nicola Di Luccio e la sua compagna Cristina Gussoni per bancarotta fraudolenta.

Come nel suo commento a caldo il primo cittadino non si è nascosto dietro frasi di circostanza: «Il mio giudizio sull’operazione è sempre stato negativo ed adesso appare evidente quanto sia stato avventato concedere tutte quelle proroghe al pagamento degli oneri di urbanizzazione. Certo ci sono le fideiussioni ma l’amministrazione dovrà penare non poco per ottenere quello che le spetta». L’Isi avrebbe dovuto “recuperare” i 35 mila metri quadrati situati tra la stazione e via Varese: il progetto, realizzato dall’architetto Mario Botta, prevedeva 7 palazzine distribuite su un lungo viale alberato davanti al parco a cui sarebbe stati destinati 18 mila metri quadrati.

«Avremmo dovuto ottenere 900 mila euro di oneri di urbanizzazione e 1,4 milioni di euro come opere a scomputo, ed invece gli interventi non saranno realizzati e per ottenere il dovuto abbiamo dovuto intraprendere le vie legali». Effettivamente è stata recuperata una tranche da 176 mila euro nel luglio 2009 tramite la fideiussione ed una seconda tranche da 301.150 tramite ingiunzione nel 2010. In più l’amministrazione ha fatto iscrivere al passivo 137 mila euro per sanzioni. «Oltre al danno economico quello che ferisce la nostra città è questo cantiere bloccato che resterà così per una decina d’anni diventando anche un ostacolo per la realizzazione del parco».

L’area di 18 mila metri quadrati destinata a verde è diventata di proprietà comunale: c’è da realizzare la bonifica ma verrà eseguita dall’immobiliare perché coperta da fideiussione. «Vorremmo realizzare l’area verde al più presto – chiosa Porro – ma la futura edificazione dell’area circostante e la carenza di fondi saranno un ostacolo». Per il momento però i monconi di torri, che rappresentano i vani scala di 3 delle 7 palazzine, continueranno a dominare la skyline saronnese: «Speriamo che la situazione si sblocchi al più presto per iniziare a lavorare sulle aree dismesse dando una risposta concreta alle esigenze della città».

Nessun commento da Nicola Di Luccio agli arresti domiciliari nella propria abitazione in via Miola: secco «no comment» anche dallo studio di Raffaele Di Palma a Milano, il legale che aveva già difeso il 71enne quando rimase coinvolto nella tranche varesina di “Mani pulite”.

f.tonghini

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