Busto festeggia con Haiti e grida «Suor Marcella benemerita»

BUSTO ARSIZIO Un villaggio italiano, un villaggio varesino e bustocco. Oggi agli occhi del mondo compare una prova inoppugnabile del fatto che i miracoli esistano: e sono impastati di volontà e fiducia. Alle ore 10 a Waf Jeremie -la baraccopoli sorta su una discarica – sarà festa, con l’inaugurazione del Vilaj italyen, il villaggio italiano che suor Marcella Catozza e la sua gente hanno cominciato a realizzare dopo la devastazione del terremoto.
Cominciato, è parola che non rende l’importanza

dell’opera. Ma è così, perché quelle 122 casette – macchia di colore e speranza laddove regnano ancora tende e baracche – devono essere seguite da altre costruzioni ancora. Una mattina speciale ad Haiti, con la posa della prima pietra da parte del nunzio apostolico monsignor Bernardito Auza: da noi sarà tardoo, e la gioia si sentirà fino a qui. Anzi, un gruppo di ragazzi bustesi ha organizzato a Rho (dalle ore 14.30 alla palestra della elementare Marconi di via De Amicis) una maratona di volley. Lo sport che ancora una volta si rimbocca le maniche per far proseguire un sogno. E’ di pochi giorni fa la notizia che le ragazze della Busto Pallanuoto decidevano di porre sul loro costume, con fierezza, il logo del Villaggio. Ambasciatrici di una lezione luminosa, da esportare in tutt’Italia.
Di recente suor Marcella è stata nel Varesotto pochi giorni (a Gallarate e Gorla Minore) ed è appena tornata ad Haiti. Martedì ha aperto i battenti la Klinik Sen Franswa. La scuola è pronta, il centro colera cresce, la prossima tappa ora è realizzare la casa d’accoglienza per bambini Don Luigi Giussani: sta avvenendo con l’aiuto di diverse associazioni e del libro made in Varese “Uniti da una favola”, realizzato grazie a Yamamay, Bcc, Giocandosimpara, La Provincia di Varese. E con il patrocinio di villa Recalcati, perché il presidente Dario Galli ha sempre mostrato sensibilità al dramma di Haiti.
Il Comune di Busto ha versato i primi 15 mila dei 30 mila euro stanziati lo scorso anno, quello di Gorla Minore con 20 mila euro renderà possibile il progetto falegnameria. E’ impossibile, pericoloso, scrivere dell’impegno di tutti: si rischia di dimenticare qualcuno, mentre c’è un solo grande cuore che batte per Marcella. E tanti giovani, pensiamo all’Itc Tosi. Dopo la  maratona di volley, l’associazione Kay La ha mobilitato ben 140 artisti per una serata gospel che si terrà la sera di venerdì 25 febbraio al teatro Sociale.
Chiaro che si alzi sempre più insistente una voce, un appello: quello di assegnare la civica benemerenza alla missionaria francescana. Perché è un made in Busto straordinario, di cui andare fieri: ogni servizio televisivo, ogni articolo nazionale cita questo prodigioso risultato di una bustocca. Perché bisogna continuare ad aiutare lei e Haiti, e quale modo migliore di ricordarcelo: cruciale un riconoscimento così significativo. Perché fa bene a noi ricordarci la sua lezione, contagiosa: il bene non è solo possibile, bisogna cominciare a farlo. La proposta viene lanciata a livello istituzionale da Umberto Rosanna, medico e consigliere comunale. E tanti si uniscono, mentre ci sono anche giovani che partono per Haiti, conquistati dal suo esempio.
Commenta il consigliere regionale Giorgio Puricelli, che l’ha condotta a Milanello (suor Marcella è una tifosa rossonera): «L’incontro a Gallarate mi ha impressionato, è importante questo esempio per il nostro territorio ed è un dovere per il territorio sostenerla. Essere costanti nell’aiuto per quanto farà ad Haiti e poi magari per altri bambini nel mondo. Con un’azione continua nel tempo».
Marilena Lualdi
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m.lualdi

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