Un’altra rapina vicino al confine E il Ticino chiede aiuto a Maroni

CANTELLO Emergenza pura. Non ci sono altre parole per definire la serie di rapine, commesse negli ultimi mesi, ai danni delle stazioni di servizio della fascia di confine. 14 quelle commesse in Ticino nell’arco di otto mesi, 6 solo dall’inizio dell’anno con quella di ieri. Quando un altro assalto armi in pugno si è consumato a Balerna, alla Shell Piccadilly di via San Gottardo. Numeri che da soli rendono l’idea della gravità della situazione e dei rischi di una piaga che ormai,

tutti, considerano transfrontaliera. Perché per le forze dell’ordine ticinesi il quadro è chiaro, come il copione: dopo ogni colpo i rapinatori riescono a far perdere le proprie tracce abbandonando il Ticino e rifugiandosi nel Varesotto o nel Comasco. Così come accaduto ieri. Quando due malviventi hanno fatto irruzione, verso le 9, alla stazione di servizio Shell di Balerna. Pistola alla mano e passamontagna sul volto hanno sorpreso la cassiera e un cliente. Uno dei due ha così minacciato la donna, obbligandola a consegnare i contenti presenti in cassa. Poi, secondo uno schema ormai classico, è scattata la fuga. Prima a piedi, per far perdere le loro tracce nell’immediato. Poi a bordo di un’auto che con ogni probabilità avevano parcheggiato nelle vicinanze. La vettura con i due rapinatori a bordo, una Ford Fiesta grigia con targhe italiane, però, è stata intercettata a Stabio da una pattuglia della polizia cantonale. Ma, nonostante la pronta reazione degli agenti,  i rapinatori sono riusciti a fuggire abbandonandola subito dopo. L’auto è stata ritrovata, da lì a poco, nella zona industriale tra Stabio e il Gaggiolo di Cantello. Con le tracce dei due rapinatori, seguite anche delle unità cinofile, che portano dritte al confine con il Varesotto, raggiunto a piedi tra i boschi.  La caccia all’uomo così prosegue. Come lo studio di contromisure per arginare il fenomeno. Che era stato al centro di un summit tra la polizia cantonale, quelle comunali e le guardie di confine, alla presenza del Consigliere di Stato, Luigi Pedrazzini. «Servono strumenti e azioni – ha sottolineato proprio Pedrazzini – per intensificare la collaborazione tra le varie polizie per questi episodi di rapina». Un coordinamento che dovrebbe riguardare le forze dell’ordine svizzere, ticinesi e italiane. Visto che «i rapinatori si rifugiano oltre confine». Da qui la necessità di azioni congiunte. Di cui si parlerà già lunedì a Varese dove è previsto un incontro con il ministro Roberto Maroni.

b.melazzini

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