Mosca, 14 lug. (Apcom-Nuova Europa) – Accuse pesanti. Scagliate come pietre. Se la prende con il governo di Donald Tusk, Jaroslaw Kaczynski, il fratello gemello di Lech, l’ex presidente polacco morto in un incidente aereo vicino a Smolensk in Russia lo scorso aprile. Un esecutivo – a suo dire – reo con le sue politiche “criminali” e “omicide” di aver “causato” la tragedia aerea che ha visto la fine non soltanto del capo di stato e della first lady, ma anche dell’intera elite politica, militare e religiosa del Paese.
Jaroslaw, leader del maggiore partito di opposizione del Paese, uscito sconfitto dalle recenti elezioni presidenziali, ritrova il suo stile violento e provocatorio, chiedendo al governo di assumersi la responsabilità per la morte del presidente.
In un’intervista afferma inoltre che il suo viaggio a Smolensk, per raccogliere le spoglie del fratello, venne ritardata in modo che sul luogo dell’incidente arrivasse prima Tusk, che venne proprio là accolto e abbracciato dal collega Vladimir Putin. Per questo ora il gemello non intende accettare le condoglianze dal primo ministro polacco e della Russia.
La notizia rimbalza anche sui media russi: il caso infatti, pur essendo politica estera, non può sfuggire, perchè chiama indirettamente in causa anche le autorità russe e lancia strane ombre su una vicenda da cui Mosca, sino ad ora era uscita molto bene.
E dire che durante la campagna elettorale Jaroslaw Kaczynski aveva dichiarato che era tempo di porre fine alla “guerra” e si era persino rivolto agli “amici russi” in un videomessaggio per YouTube del 9 maggio. Ma ora il presidente del PiS e la sua retorica tornano ad essere quelle di sempre: “ruolo ambiguo” e “comportamento vergognoso” di Donald Tusk e di Putin “nei confronti di mio fratello”.
Cgi
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