Damasco, 14 feb. (TMNews) – L’emergenza immigrati si è imposta sulla già fittissima agenda di Franco Frattini in Nordafrica e Medio Oriente: così il ministro degli Esteri, che oggi aveva già in programma due visite lampo in Siria e Giordania sugli scenari del dopo-Mubarak, ha inserito all’ultimo momento una tappa serale in Tunisia, dove la ‘rivoluzione dei gelsomini’ ha alimentato un flusso ininterrotto di migranti verso le coste italiane, oltre 4mila nel giro di pochissimi giorni.
Per frenare la fuga disperata dalla violenza e dalla fame nel
Nordafrica, il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha chiesto
ieri alla Tunisia di ospitare sul suo territorio ispettori della
polizia italiana ricevendo un secco rifiuto da parte del governo
tunisino, il cui portavoce ha definito una simile ipotesi
“inaccettabile”.
Sempre sulla linea di ciò che fu sperimentato con successo con
l’Albania nei primi anni Novanta, Frattini insiste
sull’opportunità che le nostre navi vadano quantomeno a
pattugliare direttamente le coste tunisine. “L’Italia – dice il
ministro – può offrire molto alla Tunisia, un aiuto logistico, un
aiuto in termini di equipaggiamento delle forze di polizia, ivi
compresa la messa a disposizione di strumenti importanti sia
navali sia terrestri per il pattugliamento della costa tunisina,
perché se si fermano ai porti di partenza questo traffico si
interromperà”.
Dopo le dimissioni di Ben Alì lo scorso 14 gennaio, comunque, la
precarietà degli interlocutori politici attuali (l’omologo di
Frattini, il ministro Ahmed Abderraouf Ounaies si è dimesso
soltanto ieri) rende più difficile ogni tentativo di
collaborazione. Dal primo ministro tunisino Mohammed Gannouchi,
che incontrerà a Tunisi in serata, il titolare della Farnesina
vuole innanzi tutto “ottenere la conferma della volontà di
lavorare con l’Italia, come sempre si è fatto, per frenare quel
flusso migratorio irregolare che da zero è passato in poche ore
ad alcune migliaia di immigrati clandestini”.
Conversando con i giornalisti sull’aereo che lo porta a Damasco – prima tappa del tour regionale che prevede, sempre in giornata, una tappa anche ad Amman – Frattini parla di un “traffico di esseri umani senza precedenti”, “gente che paga mille dollari a persona per mettersi su un barcone verso Lampedusa: io credo – sottolinea – che Tunisia e Italia abbiano interesse comune a frenare tutto questo”. Il capo della diplomazia italiana ha d’altronde parlato dell’emergenza sbarchi anche con Hillary Clinton, ieri, in una telefonata in cui il segretario di Stato Usa si è detta “preoccupata” per il rischio che il fenomeno migratorio possa estendersi a tutta la regione.
Spr
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