Washington, 14 apr. (Ap-Apcom) – Nell’ormai imminente Summit delle Americhe a Trinidad e Tobago, previsto dal 17 al 19 aprile, il presidente americano Barack Obama confermerà ai leader dell’America Latina che gli Stati Uniti si impegnano a migliorare i loro rapporti con l’Avana. Ad anticipare le prossime mosse di Obama nel difficile confronto con Cuba è il Wall Street Journal, che precisa che il problema cubano sarà discusso in occasione dell’importante meeting; e d’altronde, è proprio delle ultime ore la notizia della decisione di Obama di allentare le restrizioni sui viaggi e sulle transazioni finanziarie dei cubani americani.
In particolare, secondo un funzionario dell’amministrazione, Obama ha ordinato al governo di consentire ai cubani americani che vivono negli Stati Uniti e che hanno famiglia a Cuba di poter viaggiare nel loro paese d’origine e di effettuare trasferimenti di denaro in modo illimitato. Tra le altre misure decise, anche la possibilità di inviare pacchi regali a Cuba, e l’emissione di licenze per agevolare le comunicazioni con i cubani che vivono nell’isola, permettendo ai cubani americani di pagare diversi servizi per i familiari che si trovano a Cuba.
Arriva dunque l’ennesima prova del nove della politica ‘cubana’ del presidente americano, totalmente differente da quella del suo predecessore George W. Bush.
In realtà l’obiettivo numero uno di Obama è quello di parlare, in occasione del vertice che partirà alla fine di questa settimana, soprattutto della recessione economica globale. Allo stesso tempo, i funzionari dell’amministrazione Usa confermano che il presidente è pronto ad affrontare la questione cubana, nel caso in cui essa verrà sollevata da altri leader.
Questo, mentre molti esperti si chiedono se l’apparente segnale di apertura arrivato dagli Stati Uniti con il presidente Obama sia il primo passo per decretare finalmente la fine dell’embargo, che gli Usa hanno imposto a Cuba dal 1962. Secondo molti esperti, tuttavia, Obama non accoglierà questa speranza, almeno fino a quando Cuba non si muoverà per soddisfare le richieste degli Stati Uniti. E’ possibile dunque che il presidente Usa chiederà ai leader dei paesi dell’America Latina di fare pressioni su Cuba, affinché, tra le altre cose, il paese provveda anche alla liberazione dei prigionieri politici.
Intanto, sia gli Stati Uniti che Cuba sembrano aver deciso la strada del dialogo. L’ennesima conferma è arrivata anche con il recente incontro tra Fidel Castro e la delegazione afroamericana del Congresso, che si è recata a Cuba per parlare con il lider maximo e il suo fratello e successore Raul Castro. E’ stata la prima volta che Fidel Castro ha incontrato i funzionari americani da quando la malattia lo ha colpito nel luglio 2006. E l’incontro sembra essere andato bene, visto che lo stesso Fidel Castro si sarebbe mostrato disposto a collaborare con la nuova amministrazione americana.
Un’altra conferma della politica cubana di Obama totalmente diversa da quella di Bush era arrivata ancora prima, ovvero lo scorso 11 marzo, quando il Congresso americano ha fatto un primo passo concreto, approvando la revoca delle restrizioni ai viaggi a Cuba per le famiglie originarie dell’isola che vivono negli Stati uniti. La proposta, ora di fatto legge, è stata inserita nel pacchetto di emergenza “Omnibus” da 410 miliardi di dollari per il bilancio 2009.
Cep
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