Energia dalla spazzatura Tradate ci sta pensando

TRADATE Tradate pensa a trasformare i rifiuti in risorse energetiche. Non è una novità, ma il 2011 potrebbe portare passi avanti significativi in questo senso. In passato era infatti stata ventilata l’ipotesi di realizzare sul territorio impianti per il trattamento dei rifiuti, dalla produzione di Cdr – sigla che sta per “combustibile derivato dai rifiuti” – allo smaltimento dell’umido, soluzioni che porterebbero soldi freschi nelle casse comunali, garantendo inoltre un bel risparmio. A rilanciare l’idea è

l’amministrazione comunale tradatese: «E’ una strada ancora aperta – spiega il vicesindaco Vito Pipolo -. Ci sono questioni sotto gli occhi di tutti, la realizzazione di un impianto Cdr contribuirebbe ad abbattere notevolmente i costi della bolletta energetica del comune e dell’area industriale. Se è vero che l’obiettivo della Provincia è quello di superare il 65%, allora questo deve per forza passare anche dalla realizzazione di impianti sul territorio in grado di sostenere questo obiettivo, che deve tradursi in un progetto operativo. Dobbiamo spiegare alla gente che gli sforzi per la differenziata si traducono in qualcosa di concreto. Oggi differenziare è un vantaggio ambientale ma un costo per le tasche. Domani invece differenziare deve diventare un vantaggio in tutti i sensi».
Ma qualcosa sta già succedendo, a quanto pare. «Certamente – conferma il vicesindaco – dalla zona industriale di Tradate una ditta si è già fatta viva con il Comune, presentando un progetto per la realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica dalla combustione di biomasse. Si tratta della Comef Group, che realizza proprio questo tipo di caldaie». Una piccola centrale elettrica che avrebbe la doppia funzione di abbattere i costi per lo smaltimento degli imballaggi e quelli dell’energia elettrica. «Si tratterebbe – conferma Pipolo – esattamente di un impianto in grado di bruciare scarti di verde, magari anche bancali e cartone per la produzione di corrente che verrebbe distribuita in zona industriale, abbattendo la bolletta energetica, vero elemento penalizzante del nostro sistema produttivo, che sconta anni di arretratezza e immobilismo decisionale. Le nostre imprese pagano la corrente il 30% in più dei loro competitor europei. Con queste premesse come fanno a stare sul mercato? Noi del Comune di Tradate nel nostro piccolo cercheremo di assecondare il superamento di questa barriera». 
Il futuro della città passa dunque anche dalla prospettiva di realizzare impianti in gradi di trattare i rifiuti e di utilizzarli per trasformarli in qualcosa di diverso. Certamente rispetto agli anni passati sono stati fatti decisi passi in avanti nel settore, non si parla più di inceneritori e di termovalorizzatori, ma se la prospettiva dovesse andare in porto, l’amministrazione comunale tradatese dovrebbe comunque fare i conti con l’opinione pubblica. Il dibattito sul nuovo ipotetico impianto è appena incominciato.

b.melazzini

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