Bangkok, 14 apr. (Apcom) – E’ salito ad almeno due morti e 101
feriti il bilancio dei violenti scontri in corso da ieri
mattina a Bangkok fra i manifestanti antigovernativi e l’esercito
che usa gas lacrimogeni e cannoni ad acqua e che in alcuni casi
ha sparato in aria per respingere gli attacchi delle “camicie
rosse” con bombe molotov e sassaiole.
Le due vittime tuttavia sono morte in una sparatoria avvenuta in
un quartiere di Bangkok dove un gruppo di residenti si è
scontrato con un centinaio di “camicie rosse”, che hanno aperto
il fuoco contro i residenti uccidendone due e ferendone almeno
cinque.
Il premier tailandese Abhisit Vejjajiva ha tuttavia annunciato
che la missione delle forze dell’ordine per ristabilire la
sicurezza nella capitale “è pressoché completata”: “La maggior
parte dei disordini è stata sedata, ad eccezione della
manifestazione attorno alla sede del governo, che continua
nella sua politica moderata e negoziale per evitare la perdita di
vite umane. Chiedo alle autorità di continuare a dimostrare
fermezza”, ha continuato Abhisit, che le immagini mostravano con
a fianco i vertici militari.
Un edificio del ministero dell’Istruzione e sette autobus sono
stati incendiati in prossimità della sede del governo
tailandese, luogo del principale raduno dei manifestanti che
fino a poco fa era stato risparmiato dalle violenze.
Gli scontri, il cui bilancio resta provvisorio, sono scoppiati
nei pressi dell’incrocio Din Daeng occupato dai
manifestanti che dei militari hanno tentato di far sgomberare;
degli oltre cento feriti, la maggior parte sono manifestanti.
L’esercito tailandese utilizzerà “qualsiasi mezzo per
ristabilire l’ordine”, aveva avvertito il suo comandante in capo,
il generale Songkitti Jaggabatara, in un intervento in diretta
alla televisione. Il Primo ministro Abhisit aveva
decretato ieri lo stato d’emergenza a Bangkok per far fronte alle
manifestazioni delle “camicie rosse” – sostenitori dell’ex Primo
ministro in esilio Thaksin Shinawatra – che da settimane
reclamano a gran voce le sue dimissioni e elezioni anticipate.
Contrariamente a quello che aveva fatto nel corso delle
manifestazioni degli oppositori filo-monarchici che a fine 2008
avevano preso di mira un governo pro-Thaksin accelerandone la
caduta, l’esercito thailandese, questa volta, non è rimasto
inerte contro i dimostranti. Le autorità hanno rafforzato la
sicurezza nei porti e negli aeroporti e nelle altre principali
infrastrutture, ha annunciato il portavoce del governo. Numerosi
Paesi stranieri hanno consigliato ai rispettivi cittadini di
evitare Bangkok o di restare nei loro hotel.
Sabato, un summit dell’Asean era stato annullato a Pattaya dove
le “camicie rosse” avevano preso d’assalto l’hotel in cui si
svolgeva l’evento. L’arresto, ieri, del leader dei manifestanti
di Pattaya, l’ex cantante pop Arisman Pongreungrong, ha
aggravato la situazione.
Thaksin Shinawatra, 59 anni, ex uomo forte della Thailandia
rovesciato da un golpe militare nel 2006, è fuggito all’estero
per sottrarsi ad una condanna e a diverse inchieste
anticorruzione. Uomo d’affari controverso, resta tuttavia
popolare fra le fasce più povere della popolazione e in
particolare nelle regioni rurali del nord.
Abhisit Vejjajiva, 44 anni, è diventato Primo ministro il 15
dicembre dopo la caduta di un’alleanza governativa pro-Thaksin a
seguito di imponenti manifestazioni che avevano portato
all’occupazione per otto giorni dei due aeroporti di Bangkok. Le
“camicie rosse” accusano Abhisit di essere una “marionetta”
dell’esercito e di alcuni consiglieri del re.
Cep
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