LAVENO Prosegue il ricco calendario di appuntamenti per gli appassionati dell’arte e del Lago Maggiore. Nella splendida cornice di Palazzo Perabò di Cerro di Laveno, domenica 25 luglio alle ore 21 si potrà assistere al nuovo spettacolo di Betty Colombo: una narrazione che, proseguendo la strada tracciata dalle due precedenti produzioni, Le donne della pesca e del lago e Paludi, scandaglia la storia del nostro territorio e affonda le mani nelle nostre radici storico-culturali. />Lo spettacolo, prodotto da Arteatro, è una tappa del Festival “Castelli di Lago” giunto quest’anno alla sua terza edizione, “un programma che attraversa l’intera provincia dei laghi, unendo idealmente tra loro i vari specchi d’acqua grazie a una rete immaginaria, le cui maglie sono costituite da teatro, arte, burattini, laboratori, storia del territorio”.
Olmo il soldato, prende spunto da un episodio raccontato nel libro “La bicicletta nella Resistenza” (a cura di F. Giannantoni e I. Paolucci, edizioni Arterigere 2008) che ha per protagonista una donna adulta. Il punto di vista dello spettacolo però è spostato su un bambino di nove anni e in particolare sull’effetto che hanno sui più piccoli le azioni dei grandi, anche quelle che riguardano la Storia, quella con la S maiuscola, legata, in questo caso, alla seconda guerra mondiale. Olmo, protagonista dello spettacolo, è un bambino che, nonostante tutto, cerca di tenere stretta la sua infanzia correndo per i prati in bicicletta. Casualmente si accorge che qualcosa di strano sta accadendo proprio in casa sua: gente sconosciuta che viene di notte, parole sussurrate, pacchetti misteriosi nascosti sotto i cavoli. Un giorno gli affidano un compito straordinario, una missione di “guerra”, una cosa da grandi: Olmo è solo e deve pedalare tanto, in fretta, lontano fino a diventare grande, fino a capire che la guerra si ruba l’infanzia e che non concede scelte.
Lo spettacolo è ambientato in un luogo non specificato della nostra provincia, in una cascina, in una delle tante corti che contraddistinguevano i nostri luoghi. La cultura locale emerge dalla ricostruzione della vita quotidiana in una corte in tempo di guerra.
Olmo il soldato chiude una sorta di trilogia, iniziata nel 2008, che ha per filo rosso la storia di una tradizione che è finita negli anni ’60, periodo fino al quale si poteva ancora parlare di cultura popolare. L’intento dei tre spettacoli è un recupero culturale delle nostre radici; non è quello di mitizzare un tempo passato e nemmeno la tendenza nostalgica al voler tornare indietro. L’inizio degli spettacoli, completamente gratuiti, è alle 21.15
e.marletta
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