Lo scivolo fa bene al Ceresio E si ricomincia a pescare

LAVENA PONTE TRESA (a. pag.) «Lo scivolo di risalita sul Tresa funziona alla perfezione. E presto i benefici, oltre che per l’ambiente, arriveranno anche per i pescatori». Che già, dopo anni di assenza, sono tornati a catturare il “Barbo”, un pesce pregiato che era quasi scomparso dal Ceresio. La conferma in occasione dei festeggiamenti per i risultati raggiunti dallo scivolo di risalita, pensato nel 2007 per “abbattere” le barriere artificiali create sul fiume Tresa, e dalla camera di monitoraggio installata sul passaggio.

Si tratta di una telecamera, in funzione 24 ore su 24, che si attiva con il movimento del pesce e che in due anni solari, il 2008 e 2009, ha censito qualcosa come 21 mila passaggi di 20 specie diverse. Più quello dei gamberi. Tra questi i più numerosi sono stati, in assoluto, i Gardon, pesci non autoctoni che però di fatto hanno colonizzato il lago Ceresio, il Barbo, con oltre 4000 passaggi nei due sensi, ma anche trote fario, iridee, persico trota e persici, senza dimenticare le anguille. C’è poi da registrare il transito da grande festa, il 24 e 25 giugno scorsi, di una trota mormorata lunga circa 30-35 centimetri, che ormai era scomparsa dal Ceresio.
«Ora l’obiettivo – dice l’assessore provinciale all’agricoltura, Bruno Specchiarelli – è creare una sorta di autostrada del mare per i nostri pesci. Dal Ceresio, al Maggiore, passando per il Ticino fino all’Adriatico via Po». Proprio in questo contesto si inserisce il progetto di un vero e proprio ascensore per pesci alla diga Enel di Creva di Luino. Opera dal costo di un milione di euro circa per la quale Specchiarelli è impegnato a cercare finanziamenti. «Siamo in corsa per un bando Cariplo – ammette – e ci stiamo dando da fare anche su altri versanti». Perché questo vorrebbe dire completare il corridoio di migrazione e riproduzione. Con evidenti vantaggi per l’ambiente e la pesca. Senza dimenticare l’aspetto didattico.

s.bartolini

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