BUSTO ARSIZIO «Per ogni attività che soffre, soffre tutta la città. La sua anima, le sue tradizioni». E’ amareggiato Giovanni Sacconago, patron della Famiglia Sinaghina e memoria storica bustocca: troppe realtà dello sport e dell’associazionismo cittadino non stanno vivendo un momento positivo. E a rimetterci è Busto nel suo complesso. «Penso con dolore ai guai che sta passando la Pro Patria, ma anche alle difficoltà nell’organizzazione di un evento popolare come il Carnevale – elenca Sacconago –
L’anima di una città è costituita anche dalle sue tradizioni. Se un giorno crolla questo, il giorno dopo quest’altro, cosa rimane alla fine?».
Eppure, malgrado i tanti problemi incontrati negli ultimi anni – in primis l’inadeguatezza e la fatiscenza del laboratorio sinaghino che ospita le maschere – anche quest’anno i bustocchi potranno godere (il 6 e 12 marzo prossimi) della sfilata dei carri allegorici in viale Duca d’Aosta . «Mi dà tanto dolore leggere le ultime vicende della Pro – aggiunge però Sacconago – Penso con nostalgia a presidenti come Mancini o Colombo, gente che voleva bene alla città. Oggi si parla solo di soldi. Da anni, dietro l’interesse per la Pro Patria, si nascondono sempre secondi fini». Qualche cruccio è procurato al patron della Famiglia Sinaghina anche dalla “sua” Sacconago, afflitta da una viabilità imbottigliata e con una zona industriale priva di servizi. «Mi sento tradito anche dalla destinazione di Villa Calcaterra – aggiunge Sacconago – Il Museo della Resistenza avrebbe anche potuto coesistere con l’Icma, ma è mancata la volontà di farlo. In quel caso è stato dimostrato scarso rispetto per la Storia». Nonostante tutto, Sacconago pensa con fiducia al futuro del suo quartiere: «Può risollevarsi. In questo senso rimane fondamentale il ruolo svolto dalla parrocchia e da chi la guida».
Ma è il futuro di tutta la città che sta a cuore a Giovanni Sacconago. «Troppe tradizioni e punti fermi di Busto sono in difficoltà – ribadisce – E’ questo che mi preoccupa: bisogna salvaguardare l’anima della città».
Francesco Inguscio
m.lualdi
© riproduzione riservata