Blitz nel campo nomadi Tre arresti e soldi falsi

VARESE Un blitz, all’alba di venerdì mattina, ha portato gli uomini della squadra mobile di Varese nel campo nomadi di via Milano a Cairate. Al termine della perquisizione, eseguita con il supporto degli agenti dei commissariati di Gallarate e Busto Arsizio, del Reparto prevenzione crimine Lombardia e del nuclei del Reparto Mobile di Milano, è scattato il fermo nei confronti di tre giovanissimi cittadini italiani di origine slava, i fratelli Djousue e Patrik Jovanovic, rispettivamente di 22 e 19 anni (ora ai Miogni) e della compagna di uno dei due,

Manuela Djordevic, di 22 anni, già colpita da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di Saluzzo per il reato di furto aggravato (ora a Monza). L’accusa nei confronti dei due fratelli – con precedenti per reati contro il patrimonio – è di furto aggravato e continuato. Due gli episodi che vengono loro contestati.
Ma come sono arrivati gli uomini della polizia fino al campo nomadi di Cairate? Gli uomini della questura hanno avviato le indagini in seguito all’ondata di furti che ha investito capoluogo e paesi limitrofi nelle ultime settimane. Hanno quindi concentrato l’attenzione du una targa annotata parzialmente da una delle vittime e ricondotta dagli investigatori a una Peugeot 106 di colore azzurro, già oggetto di controlli in altre città del Nord Italia. Una vettura cercata nei campi più noti della Lombardia e individuata, appunto, in quello di Cairate. In una piazzola che sarebbe risultata in uso alla famiglia Jovanovic.
A questo s’è poi aggiunta la registrazione offerta dalla telecamera installata in un’altra abitazione “visitata” (seppure con esito negativo, grazie all’intervento dei proprietari). L’occhio elettronico non ha potuto immortalare il volto degli sgraditi visitatori, coperti dal cappuccio delle giacche, ma ha ben fotografato i loro abiti. Abiti in parte ritrovati nel corso della perquisizione nella roulotte di uno dei due fratelli. Così come le chiavi della Peugeot, rinvenute in possesso dell’altro.
Nessuno degli oggetti spariti dalle case visitate è stato ritrovato ma indagini in tal senso sono ancora in corso così come sono in corso indagini rispetto al successivo ritrovamento. Ovvero valigie e sacchi pieni di banconote contraffate (con la dicitura facsimile ben visibile) da 50, 100 e 500 euro e franchi svizzeri.
Una tipologia di banconote talvolta utilizzato per compiere le cosiddette truffe «reap-deal», ovvero quelle che prevedono cambio il fraudolento di denaro. Taluni occupanti del campo, hanno poi scoperto gli investigatori, avevano precedenti specifici in tal senso.

s.bartolini

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