LAVENA PONTE TRESA Emergenza rapine lungo il confine con la Svizzera. E sale la preoccupazione. Non tanto a livello di criminalità quanto piuttosto per la sicurezza dei lavoratori. Almeno a giudicare dall’ultima presa di posizione del sindacato elvetica Ocst, l’Organizzazione cristiano sociale. I dati del resto non sono lusinghieri. Nella sola fascia di confine con il Varesotto da inizio 2008 le rapine ai distributori di benzina sono state dodici, sette nel solo 2010. Cui va aggiunto l’assalto
all’ufficio cambi di venerdì mattina. Per questo l’Ocst ha deciso di scendere in campo per tutelare le lavoratrici di questo settore, tra cui molti lavoratori frontalieri provenienti dal Varesotto. «Non è un mistero – spiega il sindacato – che la maggior parte della mano d’opera attiva presso le numerose stazioni di servizio, sia personale femminile e di conseguenza facili prede in balia di malviventi senza scrupoli. Inoltre, è un dato di fatto che durante le ore serali il pericolo per i lavoratori e le lavoratrici al fronte aumenti in modo esponenziale».
E tra loro non mancano le frontaliere. Tante, infatti, quelle impegnate proprio a ridosso del confine. Già, peraltro, vittime di rapine. «In gran parte dei distributori – hanno riferito dall’Ocst ai media elvetici -, il personale è ridotto ai minimi termini, e molto spesso troviamo a un distributore una sola persona. Per questo abbiamo deciso di scendere in campo, perché queste rapine rappresentano un pericolo per l’integrità fisica e mentale delle lavoratrici. Ogni colpo infatti può rappresentare un pericolo per il personale». Così i grandi distributori del Mendrisiotto hanno ricevuto una lettera dal sindacato in cui si chiedeva «l’aumento del personale, l’incremento della videosorveglianza e l’introduzione della possibilità di pagamento agli sportelli nelle ore notturne». Si tratta, in questo caso, «di un contromisura vista come un deterrente in grado anche di garantire maggiore sicurezza a tutto il personale impiegato, e peraltro già utilizzata proprio in alcune stazione di servizio del Cantone».
E le prime risposte sono arrivate. Con un incontro tra il sindacato e Piccadilly SA, in cui «si è fatta luce sulle misure attuate dalla catena di distributori in favore dei dipendenti», e una comunicazione arrivata da “City Carburoil”. «Ci hanno spiegato – fanno sapere dall’Ocst – che già dal 2001 sono in possesso di un sistema di gestione integrato Qualità Ambiente e Sicurezza certificato, che tutti i loro punti vendita dispongano di un bottone di chiusura delle porte in caso di pericolo, di un pulsante d’allarme collegato direttamente con la polizia e di una visibile videosorveglianza». A questo si aggiunge, durante le ore serali, la presenza di due collaboratori in quasi tutti i punti vendita della City Carburoil e la formazione continua dei collaboratori, compresa l’assistenza psicologica in caso di rapina. Un aiuto in più per andare al lavoro più tranquilli.
b.melazzini
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