Faccetta nera in classe? “Sì ma bisogna spiegarla”

VARESE (lr) Rispetto della Costituzione e opportunità. Questi i concetti rispetto ai quali la scuola varesina sembra valutare l’episodio capitato in provincia di Vicenza e che tante polemiche ha scatenato in tutta Italia.

A Pove del Grappa un professore di musica ha assegnato un compito a casa particolare ai suoi studenti di terza media: imparare a suonare con il flauto «Faccetta nera» la canzone fascista che fu il simbolo delle imprese coloniali abissine del regime di Mussolini. Alcuni genitori hanno protestato scatenando una bagarre politica che è già arrivata a interessare parlamentari e governo, ma a Varese i commenti degli «addetti ai lavori» puntano innanzitutto a smorzare i toni. «Fossi insegnante di musica non credo inserirei “Faccetta nera” tra i brani da imparare a suonare – afferma Antonio Antonellis, preside della Vidoletti – Detto questo neppure mi sento di condannare a prescindere l’iniziativa del docente veneto che, se inserita in un certo contesto, poteva anche avere una funzione educativa».

Insomma un «non condivido ma neppure condanno» quello del preside di Masnago che fa partire le sue considerazioni da un principio fondamentale: «Il compito della scuola pubblica deve essere quello di insegnare secondo i principi che animano la nostra carta Costituzionale, e l’antifascismo è uno di questi principi – spiega Antonellis – Chiarito che questo deve essere il quadro di riferimento, può anche capitare che un insegnante, affrontando il tema dell’Italia mussoliniana, in un discorso storico e musicale inserisca nel programma anche un brano come “Faccetta

nera”, non per ragioni ideologiche ma per pura conoscenza, per spiegare cos’era il fascismo e qual era lo spirito in cui ha lanciato il Paese nelle sue imprese coloniali». Proprio su questi argomenti fanno leva le dichiarazioni del professore di musica finito nell’occhio del ciclone. Ma Antonellis fa un’altra precisazione: «In ogni caso non bisogna mettere sullo stesso piano i canti fascisti con quelli partigiani, come “Bella ciao”, che invece hanno contenuti valoriali in linea con la Costituzione».

Non condivide i toni polemici scatenati da questa faccenda neppure Vittorio Fabbricatore, preside del magistrale Manzoni, che ha pure l’indirizzo musicale, ed ex dirigente della media Dante: «Posso assicurare che nelle mie scuole nessun alunno ha mai suonato “Faccetta nera”, che non è una canzone illegale – precisa – ma evitare di insegnarla è innanzitutto una questione di buonsenso». Anche Fabbricatore è convinto della buona fede dell’insegnante, «non credo volesse fare apologia di fascismo, anche perché altrimenti sì, sarebbe grave – spiega – semplicemente è andato a toccare brani musicali considerati musiche di regime e che per questo fanno un certo effetto ed espongono a facili polemiche».

e.marletta

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