LONATE POZZOLO Quanto spavento per una famiglia che stava facendo una passeggiata in zona Castellana, ieri mattina. «Papà, papà, sta arrivando un orso», ha urlato il bambino. Quell’animale a quattro zampe correva imbufalito verso mamma papà e figlio. Era davvero arrabbiato. Molto arrabbiato. «Ma no, è un cane di taglia grossa», ha pensato tra sé il papà, non per questo meno preoccupato. Invece era un cinghiale quel grosso animale che, diretto e veloce come un treno, si stava per scaraventare contro i tre, prendendo un po’ nel mucchio.
Poco prima l’animale era finito tra le acque del Ticino, in mezzo al canale che corre a Tornavento, in zona Castellana. Quanta paura per lui, incapace di trovare quei varchi realizzati dall’uomo tra le sponde del canale proprio per aiutare gli animali a passare da una parte all’altra. Niente scivoli, niente tronchi e intanto l’acqua che corre e tutti quegli uomini intorno. E’ stato infatti necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco per aiutare l’animale ad uscire da lì. Ma quando finalmente la bestia è stata messa in salvo, eccola scattare come una furia. E imbattersi nella famigliola che, ignara di tutto, si è trovata a pochi metri di distanza, faccia a faccia, con le sue zanne affilate.
C’è voluto tutto il fiato che aveva in gola il papà e tutta l’energia del suo gesticolare, per tenere l’animale lontano quel tanto che è bastato a non essere travolti. L’arrivo poi provvidenziale di un paio di ciclisti ha consentito di frapporre una barriera di protezione in più (le due-ruote messe ditraverso), finché il cinghiale non è tornato sui propri passi. Guadando stavolta il Ticino, per scappare infine nel bosco.
Tutto è bene quel che finisce bene, si leggerebbe in una favola. Ma lo spavento è stato tanto. E siccome trovarsi a tu per tu con cinghiale non è poi così difficile, dalle nostre parti, ci si domanda che fare in qui convulsi attimi. «E’ difficile che un cinghiale aggredisca, in otto anni di assessorato non mi è mai capitato di casi di cinghiali che avessero fatto del male all’uomo – dice Bruno Specchiarelli, assessore provinciale all’Agricoltura e alla Gestione faunistica – Solo quando la femmina ha i cuccioli e si ritiene in pericolo, o se un animale è ferito o spaventato, come in questo caso, è possibile uno scoppio di rabbia e magari l’assalto inaspettato: è l’istinto. Ma è più facile che ci faccia del male un cane mal addestrato dall’uomo, che un cinghiale che vive libero, che preferisce piuttosto a fuggire».
Resta comunque una grande presenza di questi ungulati nel Varesotto. «Se ne registrano un migliaio solo nel nord della provincia, da Varese in su, dove da novembre alla fine di gennaio, è prevista la caccia e l’abbattimento di 500 esemplari – rende noto Specchiarelli – Noi siamo all’erta tutto l’anno con il Nucleo faunistico provinciale e interveniamo nel caso in cui ci chiamino agricoltori o cittadini che avessero problemi con questi animali. Nel zone del Parco del Ticino come Tornavento, è invece competente l’ente parco e il nucleo faunistico della provincia non può fare niente».
Alessandra Pedroni
f.tonghini
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