BUSTO ARSIZIO “Reato manifesto”, così recitava uno dei cartelloni esposti ieri pomeriggio durante il presidio di protesta improvvisato dal centrosinistra bustocco in corso Italia, davanti all’ingresso del municipio. Una settantina i presenti, guidati dal candidato Carlo Stelluti che ha mostrato la denuncia appena consegnata in commissariato e poi protocollata in comune. Il reato penale ipotizzato, per ora contro ignoti, è quello di danneggiamento, il reato amministrativo, invece, verte sulla violazione delle norme che regolano la campagna elettorale.
In sintesi: dopo la mezzanotte di ieri «qualcuno
– ha detto Stelluti – ha coperto tutti i nostri manifesti elettorali con quelli del Pdl, affissi abusivamente in tutta la città. Dei nostri cartelloni se ne sono salvati una decina circa. Ci hanno cancellato». Stelluti ha quindi chiesto al prefetto di consentire al centrosinistra di riaffiggere i propri manifesti anche a campagna elettorale chiusa. Una sorta di risarcimento per il danno subito. Nella denuncia, inoltre, si chiede, in caso di mancato accoglimento della richiesta, di «invalidare le elezioni – ha detto il candidato sindaco del centrosinistra – a causa del mancato rispetto della legalità durante la campagna elettorale». Il prefetto ha fatto quanto in suo potere acconsentendo alla “copertura” dei manifesti Pdl abusivamente affissi: «Ho risposto no grazie, non voglio far spendere altri soldi al Comune – ha detto Stelluti – Il risultato non cambierebbe: i nostri manifesti resterebbero comunque coperti e in città saranno sempre visibili solo quelli affissi regolarmente a sostegno del sindaco uscente. La denuncia penale va avanti e chiederemo di visionare i filmati delle telecamere poste ad esempio in zona Molini Marzoli. Potrebbero aver ripreso i responsabili».
I manifestanti hanno esibito in modo provocatorio la lettera di invito al rispetto delle regole elettorale firmata dal sindaco uscente: «Proprio da loro arriva quest’invito. Noi abbiamo rispettato le regole. Se oggi rompiamo il silenzio è perché loro lo hanno fatto prima di noi coprendo i nostri manifesti ben oltre la mezzanotte».
Sul caso interviene Emanuele Antonelli, segretario cittadino del Pdl: «Mi pare una cosa assurda inscenare una manifestazione per un fatto che non condivido ma che resta una goliardata che tutti, da sempre, mettono in atto durante l’ultima notte prima del voto. Queste persone forse credono che i bustocchi siano sciocchi, che votano badando al numero dei manifesti elettorali anzinché in base ai programmi e alle persone? Un cartellone in più o in meno non sposta un voto. Mi spiace che abbiano così poca considerazione dei cittadini, forse non conoscono Busto o non ci pensano affatto».
Problemi anche a Castellanza dove, nella notte, ignoti hanno affisso volantini di propaganda elettorale con il simbolo dell’Alberto da Giussano sui manifesti del candidato sindaco Maria Grazia Ponti della lista “Impegno per la Città”. E sempre sui manifesti della Ponti sono comparsi degli insulti.
A Varese, invece, la guerra dei manifesti non ha risparmiato neppure quelli ufficiali, quelli per intendersi dove i cittadini possono leggere tutti i nomi dei quasi 500 candidati, lista per lista: in via Maggiore a Capolago, una mano anonima e un po’ campanilista ha evidenziato in rosso tutti i nomi dei nati a sud del Po o fuori dall’Italia.
s.bartolini
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