FAGNANO OLONA Venticinque dipendenti Bellora in mobilità volontaria, «è una storia a lieto fine» rassicura Giuseppe Bellora, amministratore della storica attività tessile di Fagnano Olona che sta affrontando un delicato passaggio di riorganizzazione aziendale che prevede un dimagrimento della struttura produttiva in sede, a vantaggio di nuove assunzioni nei monomarca e nei corner a marchio Bellora. Il passaggio, delicato, è stato «gestito molto bene – fa notare l’imprenditore – l’abbiamo impostato con un approccio soft, tanto che i sindacati l’hanno
accettato e devo ringraziarli per la loro collaborazione. La mobilità è stata proposta soltanto in forma volontaria, con incentivi ad hoc». In cambio i soci (la famiglia Bellora e il gruppo indiano Himatsingka, che detiene la maggioranza del pacchetto azionario della Bellora Spa, ndr) «hanno garantito la ricapitalizzazione, accompagnata da importanti programmi di investimento per crescere, oltre alle assunzioni nei negozi e nei corner Bellora».
Per riassumere in un concetto chiaro e sintetico, meno Fagnano e più negozi: questa la trasformazione che i soci hanno voluto imprimere per proseguire in una politica di sviluppo: a fronte di 25 tra operai e impiegati in mobilità sullo stabilimento di Fagnano Olona, una ventina di assunzioni di personale Bellora nei monomarca e nei corner Coin in tutta Italia.
Ma dal canto loro i sindacati parlano di «una telenovela che dura da lunghi anni»: così ha definito Pietro Apadula, della segreteria provinciale della Femca-Cisl la situazione della Bellora. Una situazione aggravata sicuramente dalla crisi «ma che è partita anni fa, quando l’azienda si è progressivamente trasformata da azienda di produzione a commerciale, con la cessione del 70% delle quote a una società indiana».
f.artina
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