Gerusalemme, 16 mag. (TMNews) – La visita di Giorgio Napolitano in Medio Oriente avviene nei giorni della nascita dello Stato di Israele, quella che per i palestinesi è la ‘catastrofe’, la ‘naqba’: e ieri la giornata è stata contrassegnata da pesantissimi scontri e da un bilancio di sangue: dieci palestinesi sono stati uccisi dai soldati israeliani nell’area di Maroun a-Rs, nei pressi della frontiera tra Libano e Israele.
Oggi, Napolitano al secondo giorno del suo viaggio annovera fra i suoi impegni anche una visita alla Cisgiordania dove ha sede l’Autorità nazionale palestinese. “La fondazione dello Stato di
Israele è un evento storico che non può essere messa in dubbio” ha detto ieri il Capo dello Staton definendo “inaccettabile” che si parli di “catastrofe”. Israele, ha detto Napolitano, è una democrazia “punto di riferimento” in Medio Oriente. Per quanto una democrazia non sia mai compiuta, ha anche detto, ricordando che in Italia ha passato la vita a consolidare le istituzioni democratiche.
Delicata, dunque, la visita di oggi nei Territori che non è comunque l’unico impegno. Alle 9.30 (8.30
italiane) Napolitano inaugurerà all’istituto Van Leer di Gerusalemme una
conferenza di due giorni organizzata dall’ambasciata italiana di
Israele, ‘Italia-Israele: gli ultimi 150 anni’, per sottolineare,
nel 150esimo dell’unità d’Italia, il ruolo di ispirazione che il
Risorgimento esercitò sul Sionismo. Nello stesso quadro, in
serata Napolitano inaugurerà la mostra ‘Da Garibaldi a Herzl. Il
risorgimento nazionale tra Italia e Israele’ al museo Umberto
Nahon, nel tempio italiano di Gerusalemme, e, successivamente,
visiterà la sinagoga che si trova nello stesso stabile.
Alle 12 (le 11 in Italia), il Presidente della Repubblica è infatti atteso nel palazzo presidenziale di Betlemme dove sarà ricevuto dal presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen). La visita, che si concluderà nel primissimo pomeriggio, avviene sullo sfondo del recente accordo siglato al Cairo tra i due partiti palestinesi, il Fatah guidato, in Cisgiordania dallo stesso Abu Mazen, e il movimento islamista Hamas che governa la Striscia di Gaza. La tregua, oltretutto, avviene in un momento delicato per i palestinesi poiché – non senza qualche malumore israeliano – le Nazioni Unite, all’assemblea generale del prossimo settembre, sono chiamate ad esprimersi sul riconoscimento dell’indipendenza della Palestina. Una risoluzione che ieri il presidente israeliano Shimon Peres ha definito “sbagliata”.
Aqu/Ska
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