Meredith; Spunta un secondo coltello nel delitto di Perugia


Perugia, 18 apr. (Apcom)
– Udienza a porte chiuse, questa
mattina, al processo per l’omicidio di Meredith Kercher. Nel
corso della sua testimonianza, Mauro Bacci, medico legale e
perito dei Pm Giuliano Minnini e Manuela Comodi, secondo fonti
della difesa di Sollecito, avrebbe confermato la violenza di
gruppo “seppur con segni non eclatanti”, rispetto ai precedenti
di aggressioni mortali su donne dove ha ammesso che le ferite
normalmente sono estremamente visibili e strazianti.

Ma, secondo l’avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Raffaele
Sollecito, il perito Bacci ha ammesso che una delle ferite più
piccole non sarebbe compatibile al cento per cento con il
coltello sequestrato dalla Procura a casa del ragazzo pugliese.
“Il medico legale – spiega Giulia Bongiorno – è stato
intellettualmente onesto nel prendere atto di questa diversità
tra ferita e coltello sequestrato che noi avevamo già rilevato.
Per noi quella ferita è stata effettuata da un coltello più
piccolo rispetto alla presunta arma del delitto. Tra l’altro
anche la ferita più grande poteva essere provocata da un coltello
di dimensioni minori. Per noi questa analisi, che trova conferme
dirette, è l’ennesima dimostrazione dell’innocenza di Raffaele
Sollecito”.

Per l’avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia Kercher,
le conclusioni da trarre dopo le analisi del perito di parte sono
altre: “Le ferite dimostrano che c’è stata una violenza di gruppo
dove possono essere stati usati due coltelli differenti”.
Comunque siano andate le cose se confermata la violenza a più
mani e con più armi in pugno, manca agli atti il presunto secondo
coltello dalla lama di dimensioni più piccole rispetto a quello
sequestrato.

Bnc/Ber

MAZ

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