Libia/ Dopo i distinguo, Frattini porta Italia su posizioni Ue

Bruxelles, 21 feb. (TMNews) – Dura giornata, oggi a Bruxelles, per il ministro degli esteri Franco Frattini: una giornata cominciata con dichiarazioni che esprimevano i ‘distinguo’ italiani, rispetto al resto dell’Ue, sulla Libia, e in particolare sulla violenta repressione dei manifestanti da parte del regime di Tripoli, e finita con l’appoggio pieno alle conclusioni del Consigli Esteri, molto chiare sulla condanna della violenza del regime. Una linea poi espressa quasi negli stessi termini, in serata da Roma, anche dal premier Silvio Berlusconi.

Il Consiglio Esteri dei Ventisette, presieduto dall’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Catherine Ashton, doveva approvare una dichiarazione che fosse significativa e, soprattutto, che reggesse almeno qualche giorno, senza essere superata dagli eventi drammatici in corso in Libia, e mentre continuavano ad arrivare le notizie o le voci incontrollate e spesso incontrollabili su presunte fughe del Colonnello Gheddafi, sulla caduta nelle mani dei rivoltosi di diverse città del Paese, sui massacri di manifestanti e sulle diserzioni di parte delle forze armate, e persino sull’ordine dato ai piloti di sparare da elicotteri e aerei sulla folla.

Frattini aveva il non facile compito di mantenere, per quanto possibile, la tradizionale posizione italiana di amicizia con un regime ormai vicino al crollo, ma capace di colpi di coda imprevedibili, e soprattutto pronto al ricatto sul ‘rilascio’ dei migranti illegali, a cui finora si era impedito di lasciare le coste in virtù proprio della relazione privilegiata con l’Italia. Così, arrivando al Consiglio Ue stamattina, il titolare della Farnesina è sembrato preoccupato di accreditare la volontà riformatrice del figlio di Gheddafi, Seif
al-Islam, che ieri sera aveva fatto un discorso in Tv in cui allo stesso tempo blandiva e minacciava i manifestanti.

Le frasi di Frattini sulla necessità di “non interferire” nel processo di transizione, sul pericolo che a Bengasi e in tutta la Cirenaica si crei un “emirato islamista”, la condanna della violenza rivolta a entrambe le parti, senza sottolineare le responsabilità di chi impedisce le manifestazione e tenta di fermarle sparando alla gente, rischiavano di mettere il ministro italiano in una posizione chiaramente ‘fuori linea’ rispetto al resto dell’Ue, scandalizzata dalla brutale repressione del clan al potere a Tripoli.

Alla fine della giornata, tuttavia, Frattini poteva non solo affermare di non essere “isolato” fra i Ventisette, ma rivendicare come posizioni dell’Italia le conclusioni del Consiglio Ue.

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