Berlino, 6 giu. (TMNews) – Sono risultati “negativi” i primi test effettuati su dei germogli di soia provenienti da un’azienda agricola della Bassa Sassonia, ritenuti il presunto vettore dell’epidemia di E.coli che ha colpito il nord della Germania e altri Paesi europei causando almeno 22 morti. Lo riferiscono le autorità sanitarie regionali.
“Per il momento non è stato possibile determinare la fonte (del contagio). Sui 40 campioni prelevati, 23 analisi hanno dato risultati negativi”, ha annunciato il ministero dell’Agricoltura del Land della Bassa Sassonia, nel nord della Germania, in un comunicato. Le analisi proseguono su altri 17 campioni prelevati da un’azienda biologica che produce germogli di soia a Bienenbuettel, cittadina a 80 chilometri a sud di Amburgo, ha aggiunto il ministero regionale. Gli esperti hanno analizzato il materiale prelevato, ma anche l’acqua, il sistema di areazione e i livelli di sfruttamento del terreno alla ricerca del batterio. Non siamo arrivati “a trovare rapidamente l’origine o a la spiegazione del contagio”, ha spieagato il ministero.
Il ministro della Sanità tedesco, Daniel Bahr, aveva messo in guardia ieri sera all’emittente Ard da conclusioni affrettate: “Abbiamo degli indizi chiari che un’azienda di Uelzen (nord) sia la fonte dell’infezione, ma dobbiamo attendere la conferma dei test di laboratorio”, aveva detto il ministro, mantenendo valido il consiglio ai consumatori di evitare ortaggi crudi, come pomodori, cetrioli, insalate e naturalmente germogli.
Il bilancio globale delle vittime del batterio Eceh e delle sue
complicanze – principalmente la Shu, sindrome emorragica uremica
– è di 22 morti, 21 in Germania e uno in Svezia, secondo il Centro Europeo per il Controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc). Nei Paesi membri dell’Ue sono stati riscontrati 1.605 casi di infezione da Eceh e 658 di Shu, rispettivamente 328 e 197 in più rispetto alla giornata di ieri; la maggior parte delle infezioni si registra in Germania, con 1.536 casi; nuove infezioni sono state riscontrate tuttavia in Gran Bretagna, Danimarca, Svezia, Lussemburgo e Polonia.
Dopo la caccia al cetriolo spagnolo, che ha provocato una mini-crisi diplomatica tra Germania e Spagna, e ai germogli di soia biologici della Bassa Sassonia, bisognerà trovare un altro capro espiatorio per spiegare l’origine dell’epidemia del batterio killer che ha infettato il nord della Germania e molti paesi europei, ma non l’Italia.
Cuc/Fcs
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