COCQUIO TREVISAGO «Ai sensi degli articoli 575 e 577, numero 3 e 4, del codice penale, la sanzione che deve essere comminata a Giuseppe Piccolomo per i reati che gli vengono contestati non può essere che quella dell’ergastolo». La richiesta del massimo della pena è giunta alle 12.20 di oggi, a pochi minuti dalla fine della requisitoria del pubblico ministero Luca Petrucci. Una requisitoria tutto sommato breve (circa 2 ore e mezza), in cui il pm non ha quasi mai alzato i toni e dove non ha mai dovuto fare ricorso ad artifizi retorici.
Questo perché, e Petrucci lo ha ripetuto più volte, le prove che la procura pensa di aver acquisito contro il 59enne Giuseppe Piccolomo sono talmente schiaccianti da non avere bisogno di null’altro per giungere alla condanna.
Il magistrato accusa Piccolomo di omicidio premeditato aggravato dalle sevizie e dalla crudeltà. E lo accusa anche di vilipendio di cadavere: l’imputato avrebbe infierito sul cadavere dell’anziana Carla Molinari amputandole le mani e facendole sparire.
Quello di ieri è il penultimo capitolo di una tragedia iniziata poco dopo le 15 del 5 novembre 2009: quando, cioè, l’82enne Carla Molinari venne trucidata nella sua abitazione di via Dante, a Cocquio Trevisago.
La parola fine verrà scritta probabilmente il prossimo 20 giugno.
e.romano
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