I Ticinesi ci mettono alle strette “E ora vi fermiamo i ristorni” 

LAVENA PONTE TRESA (a. pag.) «Bloccare i ristorni dei frontalieri». Per costringere i Comuni italiani, in crisi senza questi fondi, ad appellarsi a Tremonti perché «lasci stare la Svizzera». Questa la nuova tattica della Lega dei Ticinesi. Anche perché, avvisano dal loro house organ, il «Mattino della Domenica», «la compensazione 2010 non è ancora stata versata».
La data fissata per il pagamento sarà infatti, con ogni probabilità il prossimo 25 giugno e così, avvertono Giuliano Bignasca e soci,

«è ancora possibile bloccare il versamento relativo al 2010». Fondi che sarebbero così accantonati in un apposito conto vincolato e «rilasciati» soltanto dopo la riapertura delle trattative da parte italiana . Dove per trattare, si intende rivedere tutta la questione della black list e la ridefinizione del sistema dei ristorni. Con l’obiettivo di ridurre il più possibile la quota di compensazione fiscale in favore dei Comuni e degli enti di confini, oggi pari al 38,8% delle imposte versate dagli oltre 50mila frontalieri, direttamente alla fonte. «A questo – ammoniscono sempre dalla Lega dei Ticinesi – si deve poi aggiungere un altro dato di fatto. Che fino a oggi, proprio la liquidità dei ristorni è stata utilizzata non per investimenti nelle infrastrutture di confine, come previsto dagli accordi, ma per altri scopi, come ammesso «involontariamente» dai sindaci dei Comuni di confine in recenti prese di posizione pubbliche».
Da qui la richiesta di bloccare «il bonifico» sottoscritta da 33 deputati cantonali. Con una comunione di intenti che ha visto aggiungersi alla Lega dei Ticinesi anche l’Udc svizzero e soprattutto il ben più moderato Partito polare democratico.
Accanto a questa mozione, poi, ne esiste una analoga, quasi identica del Partito liberale radicale. Con altre 23. «In totale siamo a 56 – tuonano dal «Mattino» – su un parlamento cantonale di 90. Quindi evidentemente una maggioranza. E un dato chiarissimo: bisogna andare avanti con il blocco». Con una strada che nelle intenzioni della Lega, ma anche degli esponenti di Plr, Ppd, e Udc dovrebbe essere già segnata. «Dobbiamo depositare la somma su un conto vincolato, perché l’importante è che non arrivi all’Italia. Così, visto che questi soldi non sono noccioline, ci penseranno loro a fare pressione su Tremonti perché la pianti con la sua guerriglia alla Svizzera e al segreto bancario. Si tratta di difendere almeno 15mila posti di lavoro in Ticino legati alla piazza finanziaria».

s.bartolini

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