Parma, 9 dic. (Apcom) – Si chiude uno dei capitoli più importanti del crac Parmalat con la prima condanna, inflitta dal Tribunale di Parma all’ex patron Calisto Tanzi e a 16 dei suoi più diretti collaboratori, tutti per bancarotta fraudolenza in concorso. Oggi all’Auditorium Paganini di Parma, il presidente del collegio dei giudici Eleonora Fiengo, dopo circa sei ore di camera di consiglio, ha emesso la sentenza: 18 anni all’ex cavaliere del lavoro, 10 anni e 6 mesi al fratello Giovanni, 14 anni all’ex direttore generale dell’azienda. Due sono gli assolti da tutti i capi di imputazione. Si chiude quindi il filone principale dell’inchiesta, mentre sono ancora in corso quattro processi (quello per concorso in bancarotta per il quale sono implicati Deutsche Bank, Morgan Stanley e Bank of America e quella del filone turistico) e due udienze (quella sul Parma calcio e quella sui quadri d’autore).
Calisto Tanzi dovrà scontare 18 anni: il Tribunale di Parma ha `scontato’ due anni rispetto la richiesta dei 20 anni fatta dalla Procura. Una decisione che comunque non ha convinto il padre della multinazionale del latte che ha sparsi debiti per oltre 14 miliardi in tutto il mondo, truffando di fatto oltre 32mila investitori e risparmiatori. “Non mi aspettavo una sentenza così severa”, dice l’ex imprenditore al telefono al suo avvocato Gianpiero Biancolella. Per i suoi legali è una sentenza “troppo forte” e “sicuramente ricorreremo in appello”, garantiscono. Il Tribunale di Parma ha inflitto agli imputati anche una “provvisionale per risarcimenti di 2 miliardi di euro” a favore dell’azienda ora guidata dall’ad Enrico Bondi. Agli oltre 32mila risparmiatori invece spetta il 5% del valore nominale delle obbligazioni sottoscritte ormai oltre 7 anni fa e – secondo un calcolo provvisorio – questa cifra ammonta a circa 30 milioni (se si considera il valore nominale di 600 milioni). Pat/Cro
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