TRADATE I cinghiali sono arrivati fino al Parco Pineta di Tradate. Un gruppo di tre giovani esemplari è stato avvistato nei giorni scorsi sulle strade che attraversano l’area protetta: «Erano in fila indiana lungo la strada – racconta il consigliere comunale Piergiorgio Campanini, autore dell’avvistamento – non erano adulti, ma nemmeno dei piccoli, certamente erano dei cinghiali, li ho potuti vedere molto bene».
Un gruppo di giovani cinghiali nel Parco Pineta è una notizia di per sé.
Fino a poco tempo fa, infatti, non ne erano ancora stati censiti in zona. Nell’ultimo periodo i segni della loro presenza si erano fatti notare, tanto che l’ente parco era già informato della questione. Si tratta probabilmente di un gruppo in cerca di nuovi territori da conquistare, in arrivo con ogni probabilità dal nord della provincia, dove questi animali sono già molto diffusi. La notizia potrebbe essere intesa come un segnale positivo, un riscontro oggettivo dell’aumento della biodiversità nell’area del Parco. Il cinghiale si va ad aggiungere ad altri animali di grossa taglia che già abitano i boschi della zona, come i cervi o i caprioli. Ma non bisogna lasciarsi andare a facili entusiasmi, ovunque arrivi il cinghiale finisce per provocare seri danni all’agricoltura.
«Non più tardi di settimana scorsa – ha spiegato il presidente del Parco Pineta, Mario Clerici – è stata fatta una serata di aggiornamento con le guardie ecologiche volontarie, sulle misure di controllo di queste presenze, su quali siano le procedure per fare un corretto e attivo monitoraggio di questi animali». Al momento pare che si tratti di presenze sporadiche, legate a gruppi che potrebbero essere anche solo di passaggio. Per questa ragione le Gev sono state istruite a dovere sull’attività di controllo, in modo che si possano conoscere a fondo le caratteristiche del gruppo che sta vivendo nei boschi del parco.
«È evidente che una colonia di cinghiali nel parco è fonte di preoccupazione – ha aggiunto Clerici -. Il nostro parco vive fianco a fianco con le attività agricole, che sarebbero le prime a risentire negativamente di questa presenza. È chiaro che è nostra intenzione tutelare questo tipo di attività, essenziali per l’esistenza stessa del Parco». Una delle soluzioni già prese in considerazione è quella dell’abbattimento controllato dei cinghiali del parco, in modo da frenare l’avanzata del gruppo: «Ci siamo attivati con le due province per capire quali sono le misure da mettere in atto per il controllo – ha concluso Clerici – Credo che al momento non ci sia bisogno di ricorrere agli abbattimenti, siamo in una fase di studio, potrebbero anche essere solamente dei soggetti di passaggio. Una volta che avremo ben chiara la faccenda prenderemo dei rimedi».
Non si tratta di un problema nuovo in zona. Da qualche anno le colonie di cinghiali sono in forte espansione. Merito dell’adattabilità di questo animale, che riesce a vivere e riprodursi in qualunque condizione. Anche all’interno del parco del Ticino, nella vicina provincia di Novara, è appena conclusa una campagna di contenimento di questa specie, che si è spinta troppo a sud, mettendo a rischio colture e invadendo spazi antropizzati.
b.melazzini
© riproduzione riservata