Damasco, 29 apr. (TMNews) – Un nuovo “venerdì della collera” con il rischio di altri massacri: l’opposizione siriana non smobilita, mentre il regime di Bashar el Assad è deciso a reprimere con fermezza qualsiasi conato di contestazione, o come dichiara il ministro dell’Informazione, Adnan Mahmoud, le autorità “sono decise a ristabilire la sicurezza, la stabilità e la tranquillità dei cittadini”.
L’opposizione ha risposto con un appello apparso su Facebook, nel quale si invitano i giovani a essere “in tutte le strade, in tutte le piazze; nel frattempo a Daraa, epicentro della contestazione teatro di un duro intervento dell’esercito, la situazione umanitaria si fa sempre più pesante: mancano ancora acqua ed elettricità, e scarseggiano i medicinali.
Il bilancio delle vittime, secondo i dati diffusi dal “Comitato dei Martiri del 15 marzo”, parla di 502 morti dall’inizio delle proteste; il Ministero dell’Informazione insiste invece sul fatto che oltre una cinquantina fra agenti e militari sono stati uccisi da “terroristi”.
Sul fronte internazionale, Russia e Cina sembrano aver bloccato la possibilità di una risoluzione di condanna della repressione da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, temendo che una “ingerenza esterna” possa far precipitare il Paese in una “guerra civile”; i Paesi europei da parte loro stanno valutando l’ipotesi di sanzioni economiche e finanziarie nei confronti di Damasco, ipotesi che dovrebbe venire discussa oggi in sede Ue.
(fonte Afp)
Mgi
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