C’è anche l’Endoscopia degli Ospedali Riuniti tra i 50 centri italiani che aderiscono alla «Prima Settimana delle Malattie Digestive», organizzata dal 23 al 27 maggio dalle società scientifiche italiane di gastroenterologia (Sied-Sige-Aigo).
Paolo Ravelli, primario del reparto di Gastroenterologia II degli Ospedali Riuniti di Bergamo, sarà a disposizione di tutti quei pazienti che, inviati dal medico di base, vogliono saperne di più sulla diagnosi e la cura delle malattie dell’apparato digerente. Obiettivo principale dell’iniziativa è infatti quello di stimolare la stretta collaborazione tra i medici di cure primarie che operano sul territorio e gli specialisti ospedalieri, per impostare una nuova strategia di lavoro basata sull’approccio specialistico alle malattie dell’apparato digerente.
«Ogni anno – spiega Paolo Ravelli – le malattie dell’apparato digerente, sia neoplasiche che non, colpiscono un italiano su cinque, tanto da rientrare tra le principali cause di ricovero o di ricorso alle strutture sanitarie. La loro incidenza è in aumento, così come i costi sociali connessi e il numero di decessi correlati. Ne deriva la necessità di sviluppare ulteriormente i programmi di prevenzione, in collaborazione con i medici di medicina generale, finalizzati a ridurre i fattori di rischio, e gli interventi di diagnosi precoce delle diverse patologie che colpiscono l’apparato digerente, particolarmente invalidanti, perché compromettono in modo sostanziale la prima funzione fisiologica dell’uomo: la capacità di nutrirsi in modo adeguato».
La prevenzione passa attraverso l’eliminazione di tutti i fattori di rischio, a cominciare dall’abuso di alcol e di tabacco, le diete ricche di grassi e prolungate condizioni di stress fisico ed emotivo. Se questi sono punti ben saldi, a cui gli specialisti si appellano concordi e con decisione da anni, più mutevole è l’ambito della diagnostica, dove la tecnologia sta facendo progressi prima inimmaginabili, consentendo diagnosi sempre più precise, poco invasive e praticamente indolori.
Oltre alla possibilità di ricorrere alla sedazione in molte procedure fastidiose, come la gastroscopia e la colonscopia, ormai da alcuni mesi sono arrivate in corsia piccolissime videocamere simili a compresse, che il paziente inghiotte come una medicina. Attraverso una speciale cintura, che il paziente deve indossare per 8 ore, vengono registrate le immagini captate dalla telecamera della video capsula mentre questa attraversa l’apparato digerente fino a quando viene naturalmente espulsa dall’organismo.
«È una tecnica di indagine al momento ancora riservata a casi clinici selezionati ed in particolare allo studio dell’intestino tenue, che non riesce ad essere indagato con le tecniche tradizionali, ma che completa tutte le possibilità di diagnosi dell’Endoscopia dei Riuniti – evidenzia Paolo Ravelli –. L’innovazione tecnologica è destinata a segnare nel prossimo futuro una svolta in termini di accuratezza delle diagnosi. Di recente è stata introdotta ai Riuniti anche l’Ecoendoscopia, che abbina l’endoscopia tradizionale con l’ecografia.
Si utilizza uno speciale endoscopio in grado di eseguire biopsie e accurati studi ecografici sia delle pareti di esofago, stomaco, duodeno, colon sia degli organi vicini. L’accuratezza diagnostica di questa metodica è superiore, per molte malattie dell’apparato digerente, sia alla TAC che alla Risonanza Magnetica. Medici di base e cittadini devono però essere informati e sensibilizzati sul valore aggiunto di un approccio specialistico alle malattie dell’apparato digerente, facendo loro conoscere la qualità che le aziende ospedaliere bergamasche sono in grado di offrire».
Per usufruire dell’opportunità offerta dalla Settimana delle Malattie Digestive, gli interessati possono rivolgersi ai Medici di Famiglia coinvolti nell’iniziativa, che forniranno tutte le indicazioni necessarie per fissare un colloquio con gli specialisti dei Riuniti.
r.clemente
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