La mamma di Simone Linio “Doveva avere di più dalla vita”

SAMARATE Gli amici e i familiari di Simone Linio, il samaratese di 31 anni scomparso nel drammatico incidente avvenuto lungo la A8 Varese-Milano intorno alle 4 di sabato mattina, hanno iniziato ad affollare la chiesa parrocchiale di Verghera intorno alle 20. Via Mazzini ha visto il passaggio della madre di Simone, Iride, del fratello Matteo e di decine di altre persone. Tutte arrivate per prendere parte al momento di preghiera voluto dai familiari in ricordo di Simone.

Un modo per lenire il dolore lancinante che ha spezzato molti cuori, per stringersi attorno ai familiari del giovane e cercare conforto in Dio.
Il Rosario, invece, sarà recitato alla vigilia delle esequie. La data del funerale non è ancora stata fissata. Oggi Luca Gaglio, pm titolare dell’inchiesta, affiderà l’incarico per l’esecuzione dell’autopsia sul cadavere del trentunenne. L’esame autoptico sarà eseguito probabilmente entro la metà di questa settimana. Quindi potranno essere officiate le esequie.
Simone è nei pensieri di tutti: oltre alla mamma e al fratello, in tantissimi sono stati toccati dalla sua morte. Gli amici, gli ex colleghi della Socomar di Samarate, dove Simone aveva lavorato per 9 anni, i nuovi colleghi conosciuti da 2 mesi, i compagni di fede bianconera, in tanti, tantissimi, hanno lasciato il loro messaggio di cordoglio su facebook. Ricordi, parole di conforto, malinconia per un’occasione persa: quella di poter trascorrere tempo con Simone.
Prosegue anche l’indagine aperta per accertare cosa sia accaduto quella mattina lungo il tratto dell’autostrada A8 compreso tra Busto e Castellanza dove il trentunenne ha trovato la morte. Simone stava tornando da Milano verso Busto dopo aver trascorso la serata con gli amici. Due di questi amici stavano tornando con lui, uno in moto, gli viaggiava davanti e ad un certo punto non ha più visto il fanale di Simone nello specchietto non accorgendosi, però, dell’incidente, l’altro in macchina. Stando all’amico motociclista sia lui che Simone, in sella alla sua Ducati Monster, non viaggiavano a velocità elevata. Erano appena ripartiti dopo aver fatto una sosta per un panino e una Coca. Ed erano quasi arrivati a casa. Il contatto con la Golf sulla quale viaggiava una coppia residente in provincia di Como è avvenuto a due chilometri dallo svincolo di Busto. Al momento non è noto cosa abbia provocato il contatto tra la Ducati e la Golf che ha scagliato Simone sull’asfalto uccidendolo. Come da prassi la magistratura bustese ha aperto un fascicolo per omicidio colposo; oltre all’incarico per l’autopsia sarà probabilmente affidato anche quello per una perizia cinematica che possa chiarire l’esatta dinamica dei fatti.
Mamma Iride, intanto, non si da pace: «Mio figlio non ha potuto godere nulla della vita. Non ha viaggiato, non ha visto il mondo come invece avrebbe meritato. Perché? Era prudente, non gli è mai accaduto nulla. Poteva rompersi semplicemente una gamba ma tornare a casa da noi. Meritava di poter vivere a pieno». Don Giuseppe Tedesco, parroco di Samarate, ha cercato di portare conforto alla famiglia. «Perdere un figlio, un fratello, è un dolore infinito. Queste sono tragedie che ci lasciano sgomenti, increduli, senza parole. Ci aiuta la fede; ci conforta la certezza che Simone non è scomparso per sempre. E’ accanto a Dio i cui disegni noi non possiamo conoscere e lo ritroveremo un giorno».

s.bartolini

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