Una targa per non dimenticare Clivio piange Alex Gottini

CLIVIO  «Chi sa qualcosa parli». Sono trascorsi due mesi dalla morte inspiegabile di Alex Gottini il 29enne motociclista di Saltrio deceduto il 3 luglio in seguito a un terribile incidente avvenuto in via Cantello a Clivio. Una scomparsa tragica ancora senza un perché. Così, la moglie Elisa è tornata a chiedere che si faccia chiarezza sull’accaduto lanciando un messaggio nella settimana in cui altre due persone, il tunisino di 48 anni Khmayes Bkairi e il 25enne Alessandro Zavarise,

residente a Besozzo, hanno perso la vita sulle strade della nostra provincia.
Le parole di Elisa sono arrivate proprio nel giorno in cui è andato in scena a Clivio il settimo raduno delle auto d’epoca: una delle grandi passioni del giovane Alex. Giornata speciale, quella di ieri, con la consegna di una targa che gli organizzatori gli hanno voluto intitolare. Il dolore, però, è un compagno inseparabile che ogni giorno continua a martellare incessantemente. Figuriamoci poi che effetto possa fare su una famiglia che ancora oggi non ha capito con precisione cosa sia effettivamente capitato a un ragazzo di 29 anni che quel tragico pomeriggio del 3 luglio uscì in motocicletta per non fare poi più ritorno a casa. Secondo le prime ricostruzioni effettuate dai carabinieri il giovane aveva perso il controllo del mezzo terminando poi la propria corsa contro un ostacolo fisso. Nonostante gli appelli rivolti dalla famiglia, di testimoni neppure l’ombra. La famiglia, però, non ha mai creduto fino in fondo a quella ricostruzione tanto da ribadire più volte che un pilota esperto come Alex, mai e poi mai, avrebbe potuto perdere il controllo della moto senza qualche complicazione causata magari dal passaggio avventato di qualche altro veicolo. Nulla di tutto ciò, però, è mai emerso. I familiari, decidendo di andare fino in fondo, non si sono dati per vinti: «Gradiremmo – dice Elisa – rinnovare l’appello già ripetuto in passato, esortando coloro che avessero visto qualcosa a contattarci. Le nostre ricerche infatti non si sono ancora fermate, stiamo indagando e siamo decisamente determinati a fare chiarezza su quello che è successo quel giorno, in modo così tragico e in circostanze del tutto inspiegabili. Se qualcuno ha causato la morte del nostro Ale, è giusto che paghi per quello che ha fatto, certo non lo riporterà tra noi. Il vuoto che lui ha lasciato nei nostri cuori e nelle nostre vite, non sarà certo colmato, ma un minimo di giustizia glielo si deve, e francamente anche noi abbiamo bisogno della verità per cercare di mitigare la nostra sofferenza».

b.melazzini

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