Hong Kong, 21 apr. (Ap) – L’economista Nouriel Roubini stronca la tesi di una ripresa alle porte: i recuperi segnati le scorse settimane dalle Borse sono “rally dei fessi”, ha affermato durante una conferenza a Hong Kong. E a coloro che parlano di “germogli” di ripresa per l’economia americana – come aveva fatto il vice presidente della Fed, Richard Fisher – Roubini replica “francamente vedo solo erbacce secche”.
Professore presso la scuola di business della New York University, già consulente del Tesoro americano, l’economista è tra i pochi che possa rivendicare di aver previsto la gravità della crisi attuale, laddove in precedenza veniva considerato tra coloro che davano letture eccessivamente pessimistiche della situazione e delle sue prospettive.
Il punto, secondo Roubini è che gli Stati Uniti, prima economia mondiale e epicentro della crisi, non torneranno a crescere prima del 2010, e dopo che su quest’anno subiranno una recessione del 2 per cento in termini di Pil. La disoccupazione continuerà ad aumentare, fino a raggiungere l’11 per cento il prossimo anno e le performance finanziarie delle società quotate si riveleranno peggiori del previsto.
Nell’ultimo mese e mezzo, speranze di una stabilizzazione del quadro e di una ripresa che potrebbe innescarsi più rapidamente del previsto avevano sostenuto dei recuperi delle Borse rispetto ai minimi toccati a marzo. Ma secondo Roubini “non è una vera ripresa. E’ un un rally da orsi – ha detto – è un rally dei fessi”, e gli indici di Borse torneranno a mettere alla prova i minimi sperimentati le scorse settimane. Il termine ‘orso’ in gergo borsistico indica le fasi ribassiste del mercato, per contrapposizione a quelle di rialzo che sono del ‘toro’ (bull, in inglese).
“Alla gente che vede germogli di ripresa, francamente dico che vedo solo erbacce secche”, ha proseguito l’economista. Secondo Roubini i problemi del settore finanziario sono lungi dall’esser superati, e gli stress test delle 19 maggiori banche americane dimostreranno che queste non dispongono delle risorse necessarie e fronteggiare le inevitabili pesanti perdite che devono ancora patire.
“Le perdite sono molto più elevate di quanto si affermi e le banche non hanno abbastanza riserve”. La situazione appare “pessima” per le maggiori banche Usa, quelle sottosposte agli stress test dall’amministrazione Obama, “e non parliamo delle banche più piccole. In questo modo sarà pessima per tutto il settore finanziario”, ha concluso Roubini.
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