VARESE C’è una nuova specie alloctona, cioè immessa “sottobanco” nell’ecosistema locale, che sta prolificando e proliferando sulle sponde del lago mettendo a rischio sia le coltivazioni, sia la sopravvivenza delle specie di casa nostra.
Si tratta della minilepre, che dal punto di vista della diffusione sta facendo più o meno quello che ha già hanno fatto i gamberi della Louisiana. Solo che, a differenza dei gamberi, oltre ad essere buone da mangiare le minilepri sono anche belle da vedere e difficili da catturare,
se qualcuno stesse già pensando di accostarle alla polenta.
In effetti nel loro caso tanto danneggiano la fauna locale e le coltivazioni, quanto fanno tenerezza quando saltellano sulla pista ciclabile. Sono dei coniglietti con le orecchie corte e una pelliccia morbida tra il grigio e il rossiccio. Il nome comune della specie nel luogo di origine, l’America, la dice tutta: si chiamano “cottontail”, letteralmente “coda di cotone”, per il loro codino piccolo e bianco.
Tanto per cambiare, sono state introdotte per scopi venatori. Che fossero presenti in abbondanza nel sud della provincia non è un mistero, mentre la novità è che sono arrivate fino all’area di Varese. Le zone verdi su cui passa l’anello ciclabile intorno al lago ne sono piene, e soprattutto sembrano essersi moltiplicate a dismisura nel tratto tra Capolago e Cazzago Brabbia. «Sapevamo che c’erano nel varesotto ma erano presenti soprattutto al Sud – spiega Massimo Soldarini – Comunque non ci sorprende che la popolazione si sia estesa fino a qui. Era probabile». Le ripercussioni sono di due tipi. «Sicuramente creano problemi all’agricoltura – continua – ma non sono in grado di quantificare i danni. Quello che più mi preoccupa invece è la sovrapposizione di habitat con le specie autoctone, oltre al fatto che sono portatori di patologie. Nulla di pericoloso per l’uomo, ma di sicuro sono pericolose per la lepre e il coniglio selvatico». In pratica, le minilepri si diffondono a scapito delle specie autoctone. «Hanno un tasso riproduttivo molto alto e non hanno predatori – spiega Soldarini – Le possono mangiare i carnivori come la volpe, il tasso, la faina e la poiana, che sono pochi».
Nemmeno la Provincia fino a questo momento ne aveva notizia. «Sappiamo che sono diffuse al Sud, nella zona di Origgio e Gerenzano – dice l’assessore provinciale Bruno Specchiarelli – Abbiamo già dei piani di abbattimento per salvaguardare le coltivazioni, perché come i conigli sono specie che provocano parecchi danni quando sono in sovrannumero. Non ci risultava però che fossero presenti anche nella zona di Varese». Eppure ci sono, e sono anche parecchie in alcuni punti. Se ne possono incontrare in abbondanza sulla pista ciclabile nel tratto di Galliate. I piani di abbattimento però rimangono misure eccezionali. Soprattutto quando si tratta di intervenire in una zona protetta com’è quella intorno al lago.
f.iagrossi
© riproduzione riservata