Washington, 8 set. (Apcom) – Il progetto di un gruppo evangelico statunitense di bruciare il Corano per il nono anniversario dell’11 settembre ha suscitato nelle ultime ore molte critiche: dal governo di Washington all’Unione europea, dal Vaticano alla Lega Araba, nessuno si è tirato indietro dal pronunciarsi contro l’iniziativa, che metterebbe a rischio i rapporti tra il mondo musulmano e l’Occidente. Ma tra il coro di no e le minacce di Iran e gruppi musulmani, spunta a sorpresa anche una voce ‘a favore’, o meglio a difesa della libertà di esprimere sempre le proprie opinioni: quella del sindaco di New York, Michael Bloomberg, che parla di gesto “di cattivo gusto” ma insiste: “Il Primo Emendamento protegge tutti”.
L’iniziativa promossa da Terry Jones, pastore del “Dove World Outreach Center”, piccola Chiesa evangelica della Florida, rischia inoltre di sovrapporsi con le celebrazioni per la fine del Ramadan, prevista intorno al 10 settembre. Un progetto che è “fonte d’inquietudine” e “mette a rischio le nostre truppe” ha dichiarato la Casa Bianca, dopo i timori sollevati dal comandante delle forze internazionali in Afghanistan, il generale David Petraeus, secondo cui l’iniziativa servirebbe solo a rinforzare la propaganda talebana e il sentimento anti-americano nel mondo musulmano. A Kabul si è già svolta una manifestazione con circa 200 persone, che hanno intonato il grido “Morte all’America”. (segue)
Pca
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