Angera, piromani al camping Incendio spento dai turisti

ANGERA C’è la mano di un piromane dietro l’incendio divampato nella notte tra domenica e lunedì al campeggio «Città di Angera». Sarebbe, infatti, di natura dolosa il rogo, spento fortunatamente nel giro di poco tempo, che si è sviluppato nella tensostruttura adibita a ristorante. Solo grazie all’immediato intervento di alcuni campeggiatori si è evitato il peggio, evitando che l’incendio potesse propagarsi in maniera più estesa e distruggere la struttura. Ma la gravità del gesto resta tutta: ora si sta indagando in ogni direzione per cercare di mettere ordine e fare chiarezza su una vicenda che avrebbe potuto avere ripercussioni ben più

pesanti.
Fatto sta che al campeggio si sono vissuti alcuni minuti di grande apprensione. Secondo una prima ricostruzione, ignoti si sono accaniti contro la struttura tentando di darle fuoco. I piromani hanno utilizzato del liquido infiammabile con cui hanno imbevuto alcuni pezzi da carta da usare come “miccia”. Ultimati questi preparativi, i vandali hanno gettato il materiale infiammabile contro la tensostruttura, in quel momento disabitata, alimentando il principio di incendio. I piromani hanno fatto tutto in pochi istanti, approfittando del buio. Nessun passo falso, nessun testimone: secondo un primo riscontro nessuno ha notato strani movimenti nelle vicinanze della zona. La base della tensostruttura ha preso fuoco in pochi istanti, mentre i responsabili del rogo si sono dileguati rapidamente. Per fortuna in quel momento, con le fiamme ancora basse, stavano attraversando la zona alcuni campeggiatori. Sono stati loro a intervenire, mostrando grande sangue freddo. I turisti si sono dati da fare spegnendo le fiamme a colpi di secchi d’acqua. Vista la loro prontezza non è stato neppure necessario chiamare i vigili del fuoco. Secondo una prima stima i danni, soprattutto grazie al rapido intervento dei campeggiatori, sarebbero davvero minimi. Subito è partita la caccia ai piromani, con le indagini avviate per cercare di risalire all’identità dei responsabili. Gli investigatori, effettuando tutti i rilievi e gli accertamenti del caso dopo un lungo sopralluogo, si sono resi conto immediatamente dell’origine dolosa del rogo. Che si tratti di un’intimidazione o di una ripicca sarebbe già stato escluso dalle autorità. L’ipotesi più plausibile è quella della bravata o di un vandalismo. Una bravata, però, dai contorni ancora poco chiari e che soprattutto avrebbe potuto produrre effetti ben più drammatici. A questo punto non resta che aspettare nuovi sviluppi delle indagini a cui stanno lavorando i carabinieri della stazione di Angera.

b.melazzini

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