Reykjavik, 10 apr. (TMNews) – Chiusi i seggi in Islanda per il referendum sull’accordo Icesave, la banca on-line che, fallita nel 2008, ha defraudato centinaia di migliaia di risparmiatori britannici e olandesi. Alla chiusura dei seggi il ‘no’ è in vantaggio, secondo i dati parziali comunicati dalla commissione elettorale.
Lo scrutinio parziale in tre circoscrizioni dell’Islanda – ha informato la radio pubblica Ruv – danno il “no” in testa con 7.685 voti a fronte di 5.286 “sì”, secondo i primi dati forniti dalla commissione.
Questo significa una bocciatura dell’accordo per il risarcimento di 3,9 miliardi di euro a Londra e all’Aja. Già nel marzo 2010, un referendum era stato convocato su un accordo meno favorevole per Reykjavik, e bocciato dal 93% dei votanti.
Negoziato con Regno Unito e Olanda, l’accordo prevede il rimborso per circa 340.000 vittime britanniche e olandesi del fallimento della Icesave, avvenuto durante la crisi finanziaria – nell’autunno del 2008 – che ha rovinato l’Islanda.
Per la leader del governo di coalizione di centro-sinistra, Johanna Sigurdardottir, il ‘sì’ all’accordo è fondamentale. “Più il caso Icesave resterà irrisolto, più le sue conseguenze saranno gravi per la nostra nazione” ha dichiarato.
I favorevoli al ‘no’ affermano che l’accordo “costituisce un peso incredibile” per gli islandesi; inoltre, sottolineano che “i cittadini non possono assumersi le perdite di una banca privata”.
Per i favorevoli al ‘sì’, l’accordo serve “per guardare avanti”: sostenuto dal governo e dal principale partito di opposizione, serve per limitare i costi e i rischi per l’Islanda.
Il presidente islandese, Ragnar Grimsson, si è rifiutato a febbraio – come per l’accordo precedente – di promulgare la legge varata dal Parlamento, preferendo sottometterla al giudizio dei cittadini. L’accordo – che prevede un pagamento rateale fino al 2046 – peserà sulle spalle di ogni islandese – interessi esclusi – per quasi 12.200 euro.
Est/Rcc
© riproduzione riservata