LAVENO MOMBELLO Non vogliamo essere un’altra Viareggio». L’incidente ferroviario di sabato notte fa discutere, e molto, Laveno Mombello. Dopo il deragliamento di vagone merci (carico di componenti per pannelli solari) fra la Galleria del Sasso Galletto e la stazione delle Ferrovie dello Stato, che ha bloccato la linea fino a domenica mattina e causato molta apprensione per quello che sarebbe potuto succedere, si è infatti acceso il dibattito in paese sui cosiddetti “treni bomba”. La linea Bellinzona-Luino-Gallarate,
nonostante il carico dei suoi anni, è infatti quotidianamente percorso da convogli merce che trasportano anche materiale pericoloso e potenzialmente tossico. Anche il convoglio della “Nord Cargo” che l’altra notte ha tenuto con il fiato sospeso Laveno trasportava in altri vagoni sostanze chimiche pericolose. Un rischio, fortunatamente non concretizzatosi, che riaccende i riflettori sulla sicurezza. Proprio l’argomento sicurezza ieri mattina ha catalizzato l’attenzione della piazza, le discussioni nei bar e il confronto politico, e la morale emersa dai vari commenti è che Laveno chiede più garanzie e più sicurezza. Una posizione dettata da motivazioni assolutamente concrete, anche perché l’incidente di sabato non è un caso isolato: nel 2008 si verificò ad esempio un fatto molto più grave proprio all’interno della galleria del Sasso Galletto, dove si incendiò la motrice di un convoglio che trasportava, oltre ai consueti vagoni con sostanze pericolose, anche componenti per munizioni. In quell’occasione si registrarono due feriti e la linea rimase chiusa a lungo, mentre nel 2009 si ricorda un’altra situazione di pericolo legata al rischio di versamento di sostanze da una cisterna. A chiedere più garanzie sono anche gli esercenti del centro. «È chiaro – spiegano in coro – che una linea ferroviaria non si può spostare qua e là a piacimento. Ma soprattutto nei tratti dove i treni attraversano centri abitati, passando a pochi metri dalle abitazioni, la sicurezza deve essere ai massimi livelli, anche perché su quei vagoni vengono trasportati carichi pericolosi, come sostanze che magari possono essere tossiche, infiammabili e chissà che altro. Il dramma di Viareggio, del resto, dovrebbe insegnare che non si deve aspettare la tragedia prima di agire».
Tantissime anche le lamentele della piazza, che legano la pericolosità della linea ai problemi derivati dal passaggio a livello di Trenitalia all’ingresso del paese, da trent’anni un grave ostacolo per la viabilità: «Oltre alla sicurezza – hanno sottolineato molti cittadini – c’è il passaggio a livello di via Labiena. A parte il fatto che se quel vagone fosse deragliato prima le sbarre sarebbero rimaste chiuse fino al mattino dopo, ogni giorno c’è il rischio che un’ambulanza o un mezzo delle forze dell’ordine debba aspettare e magari ritardare un intervento». «Più sicurezza ci vorrebbe dappertutto – hanno commentato altri commercianti – anche sulle strade, ma in questo caso è evidente che si debba fare qualcosa. Una garanzia al cento per cento è impossibile, ma in ogni caso ci sono tante piccole cose che potrebbero migliorare la situazione, anche per quanto riguarda il problema del passaggio a livello: a volte le sbarre restano abbassate per 5 o 6 minuti, altre volte non passa nemmeno il treno, oppure il passaggio viene chiuso 10 minuti prima».
b.melazzini
© riproduzione riservata