Duro colpo alla ‘ndranghetaSgominata la cosca dei Calabresi

MILANO Retata anti ’ndrangheta tra le province di Varese e Milano: 39 persone in manette da Aosta a Crotone. Fulcro del clan era l’asse del Sempione tra Lonate Pozzolo, Busto Arsizio, Ferno, Malpensa e Legnano. Qui i criminali facevano affari soprattutto con usura, estorsioni, rapine e sfruttamento della prostituzione.
Una vera e propria cosca, quella sgominata dai carabinieri. Le vittime erano imprenditori, e soprattutto, commercianti. Venivano stretti in una morsa letale, con night club in provincia di Novara, soprattutto nel Verbano, di Monza, di Milano e di Varese (nel Gallaratese) ricolmi di entreneuse gestite dalle ’ndrine.

L’inchiesta partita dal gennaio 2005, quando Cataldo Murano venne ucciso a Lonate Pozzolo e ritrovato cadavere nei boschi.
Da lì, da Lonate, è partito il giro di usura ed estorsione, costellati anche da omicidi riusciti o tentati, che ha messo in ginocchio un intero territorio. Almeno 30 attività tra Lonate e Busto erano state, per così dire, “acquisite” dalla cosca, che faceva soldi e riciclava denaro sporco. Il business era diviso in due: c’era una cosca che faceva capo a Cirò

Marina guidata da Vincenzo Rispoli, nipote del capo clan calabrese Giuseppe Farao; e un’associazione a delinquere di stampo semplice, non mafioso, che eseguiva il lavoro sporco ed era guidata da Mario Filippelli, 36 anni, nato a Cirò, lonatese di residenza, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. Lui era il tramite tra la cosca e il braccio armato che faceva affari.
Undici fra gli arrestati dovranno rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso; gli altri di associazione a delinquere semplice.

e.romano

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