Nicosia, 16 feb. (TMNews) – La polizia libica ha disperso con la forza le persone che la scorsa notte hanno tenuto un sit-in contro il governo a Bengasi, mentre oggi centinaia di sostenitori del leader libico Muammar Gheddafi hanno manifestato in diverse città del Paese.
Ieri, i familiari dei detenuti rimasti uccisi nel 1996 in una sparatoria nella prigione di Abu Slim, a Tripoli, si sono radunati davanti a un commissariato di Bengasi per chiedere la liberazione del loro coordinatore, l’avvocato Fethi Tarbel, stando a quanto riportato oggi dal quotidiano Al-Manara. Secondo Human Rights Watch, furono almeno 1.200 i prigionieri uccisi dalle forze dell’ordine, in circostanze ancora poco chiare. Da anni le famiglie, di cui la maggior parte è originaria di Bengasi, non smettono di chiedere giustizia.
Arrestato per motivi ancora non precisati, Tarbel è stato rilasciato su pressione delle famiglie, precisa il giornale Qurina, vicino al figlio di Gheddafi, Seif Al-Islam. Tuttavia, dopo il rilascio del legale, i familiari sono rimasti sul posto e altre persone si sono unite a loro, spingendo così le forze dell’ordine a disperderli con la forza, secondo il sito Libya al-Youm.
Secondo questi siti, i dimostranti hanno scandito slogan contro il regime, quali “Bengasi svegliati, è il giorno che aspettavi”, “il sangue dei martiri non è stato versato invano”, o ancora “il popolo vuole metter fine alla corruzione”.
Poco dopo, centinaia di sostenitori del regime hanno manifestato sempre a Bengasi, seconda città del paese, 1.000 chilometri a est di Tripoli, ma anche a Sirte, Sebha e a Tripoli, secondo quanto mostrato dalla televisione di Stato.
(fonte Afp)
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