Bergamo, 14 mar. (TMNews) – Una traccia che potrebbe essere determinante per le indagini sull’omicidio di Yara c’è. E’ un Dna maschile, di un uomo sconosciuto alla polizia e ai carabinieri, trovato sulla batteria del cellulare di Yara Gambirasio, rimasta nel giubbotto della ragazza fino al ritrovamento del cadavere, il 26 febbraio. Le indiscrezioni sulle tracce biologiche sono state chiarite negli ultimi giorni: le due tracce biologiche, una maschile e l’altra femminile, non erano entrambe sui guanti della giovane ginnasta.
Quella femminile era sui guanti, l’altra sulla batteria del cellulare, un oggetto che nei giorni precedenti la scomparsa Yara e i suoi familiari non avevano mai toccato. E in quella traccia isolata dalla polizia scientifica gli inquirenti ripongono parecchie speranze. Il problema è che il codice genetico isolato non trova riscontro nei database di polizia e carabinieri e nemmeno nella quarantina di Dna isolati durante le indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio.
Il caso si conferma difficile e nessuna pista investigativa si è mai concretizzata. Tutto è affidato ai rilievi scientifici. Negli ultimi giorni il sostituto procuratore di Bergamo Letizia Ruggeri ha rilasciato le prime dichiarazioni ufficiali dall’inizio dell’inchiesta. Il procuratore aggiunto Massimo Meroni, nelle veci di capo, ha convocato una conferenza stampa per domani alle 11.
Xbg/Cro
© riproduzione riservata