Parigi, 15 mar. (TMNews) – Sono lo iodio e il cesio i veleni invisibili, fuoriusciti dalla centrale nucleare di Fukushima dopo il terremoto di venerdì scorso, che terrorizzano la popolazione del Giappone. E anche se oggi, da Fukushima e da Tokyo arrivano notizie abbastanza rassicuranti sui livelli di radiazioni nell’aria, le autorità hanno disposto l’evacuazione agli abitanti nel raggio di 20 chilometri dalla centrale, ordinando a quelli che abitano in un raggio di 30
chilometri di restare chiusi in casa.
Nei centri di accoglienza istituiti nella zona circostante alla centrale, la popolazione è sottoposta a costante monitoraggio medico. I giapponesi in generale hanno reagito in modo disciplinato, ma ci sono stati alcuni episodi di panico: su internet è scattata la caccia alle pillole di iodio, considerate un antidoto alle radiazioni, con prezzi alle stelle, fino a 500 dollari a pacchetto. Alcuni siti internet hanno anche diffuso l’informazione secondo cui alcune marche di colluttorio conterrebbero iodio, e la televisione Tbs ha più volte fatto appello alla popolazione a non bere questi antisettici, dato che possono avere effetti tossici e non aiutano in alcun modo contro le radiazioni.
Il principale rischio è quello di sviluppare un cancro “con una probabilità proporzionale alle dosi ricevute”, spiega Patrick Gourmelon, direttore della radioprotezione dell’uomo all’Istituto francese di radioprotezione e sicurezza nucleare (Irsn). Per il momento gli esperti sconsigliano l’assunzione di pillole di iodio, capaci di saturare la tiroide per evitare che il minerale radiottivo si fissi nella ghiandola. “Attualmente non ci sono misure particolari da prendere”, sottolinea Agnès Buzyn, ematologa dell’Irsn. La zona di sicurezza di 20-30 chilometri dalle centrali nucleari, stabilita dalle autorità giapponesi, “è sufficiente”, dice Buzyn.
“Per le persone che hanno ricevuto dosi leggere di radiazioni, il rischio di sviluppare un cancro (leucemie, polmoni, colon, esofago, seno…) aumenta, come dimostrato da Hiroshima”, aggiunge Gourmelon. “Si parla di dosi leggere, al di sotto di 100 millisievert”, spiega l’esperto. L’esposizione massima alle radiazioni artificiali ammesse per la popolazione è di un millisieverts (mSv) all’anno. Secondo la Commissione internazionale della protezione radiologica, oltre i 100 mSv il rischio di sviluppare un cancro aumenta del 5,5% per ogni millisievert addizionale.
Intanto, il livello di radioattività nella centrale giapponese di Fukushima, si è abbassato. Il picco di radiazione aveva raggiunto i 1.193 millisievert: il livello è ora sceso a 596,4 mSv, mentre i reattori due e tre sono scesi al livello di 400 mSv: “Esiste la possibilità che dal reattore quattro non sia fuoriuscita troppa radioattività. Stiamo facendo tutte le analisi necessarie”, ha spiegato il portavoce del governo, Yukio Edano.
Nel frattempo, anche nella capitale, i livelli di radiazione sono tornati prossimi alla normalità, dopo il lieve innalzamento registrato questa mattina dovuto all’incidente nella centrale di Fukushima. Il livello è di 0,075 microsievert/ora, dopo un picco di 0,809 microSv/h che tuttavia non presentava alcun rischio per la salute; il livello considerato normale è di 0,035 microSv/h (contro i 20 microSv di una normale radiografia).(con fonte Afp)
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