Bruxelles, 15 mar. (TMNews) – Degli ‘stress test’ saranno condotti su tutte le centrali nucleari europee per verificare la loro capacità di resistere in condizioni di sicurezza a situazioni estreme, come quelle che hanno provocato il disastro, ancora in corso, nella centrale giapponese di Fukushima. La decisione, non ancora presa formalmente, appare comunque scontata, dopo la riunione di ‘crisi’ convocata oggi a Bruxelles dal commissario Ue all’Energia, Guenther Oettinger, con i rappresentanti delle autorità nazionali di sicurezza nucleare, dell’industria del settore e dei governi dell’Ue (fra cui, per l’Italia il ministro Paolo Romani).
Durante la riunione, sull’organizzazione degli ‘stress test’ “c’è stato consenso, nessuno si è opposto”, ha detto Oettinger nel corso di una conferenza stampa in cui ha fatto un resoconto della discussione.
Dalla conferenza stampa, tuttavia, è apparso chiaro che gli ‘stress test’ non saranno obbligatori, ma volontari, perché la Commissione europea non ha il potere di imporli agli Stati membri, anche se i rappresentanti dell’industria si sono detti tutti pronti a condurli. I ‘test di sicurezza’ saranno eseguiti in base a criteri uniformi, che verranno definiti in una seconda riunione come quella odierna, che dovrebbe svolgersi fra 5-6 settimane. Nel frattempo, del tema della sicurezza nucleare e delle conseguenze del disastro giapponese si parlerà in un probabile consiglio straordinario Energia, che dovrebbe essere convocato per lunedì prossimo dalla presidenza di turno ungherese dell’Ue, e molto probabilmente anche durante il prossimo Consiglio europeo del 24-25 marzo sempre a Bruxelles, secondo quanto ha detto Oettinger. Quanto al calendario degli ‘stress test’, il commissario ha affermato che saranno condotti “nella seconda metà dell’anno”.
I rappresentanti dell’industria nucleare, presenti alla conferenza stampa, hanno colto l’opportunità per criticare la decisione presa ieri dal cancelliere tedesco, Angela Merkel, di sospendere per tre mesi la decisione di prolungare per 12 anni la vita delle centrali atomiche del Paese a fine ciclo, affermando che si tratta di una mossa “motivata politicamente, a causa delle prossime scadenze elettorali”, e “non basata su dati tecnici”, come ha detto il direttore generale di Foratom (la lobby dell’industria nucleare europea), Santiago San Antonio.
Loc/Ral
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