Bruxelles, 22 nov. (Ap) – Un cittadino congolese, Bienvenu Mbutu
Mondondo, e il Cran, Consiglio dei rappresentanti delle
associazioni dei neri, hanno chiesto a un tribunale di Bruxelles la messa al bando del fumetto “Tintin in Congo”, considerato secondo l’esposto offensivo nei confronti degli africani a causa dei suoi molti stereotipi razzisti.
Il processo in prima istanza s’era aperto il 28 aprile scorso ed era stata quindi rinviato per ragioni procedurali. Ora il Cran e Mondondoe tornano all’attacco. Uno dei loro legali ha dichiarato: “Non vogliamo fare il processo a Hergè (l’ideatore dei fumetti di Tintin) ma a un’epoca in cui il razzismo era ancora diffuso nella mentalità comune”.
I querelanti chiedono la proibizione della messa in vendita del fumetto, pubblicato per la prima volta nel 1931, o quantomeno l’apposizione sulla copertina di una bandella che denunci la presenza di contenuti razzisti e una prefazione che spieghi il contesto dell’epoca, quando il Congo era ancora una colonia belga. In caso di mancata proibizione si chiede anche che il libro venga venduto solo nel settore ‘adulti’ delle librerie, quindi non con gli altri fumetti nel settore ragazzi.
La casa editrice Casterman et Moulinsart SA, che detiene i diritti dell’opera, ha replicato che questa richiesta ricorda un autodafè. Un avvocato, Alain Berenbom, ha affermato di “non accettare il razzismo ma di trovare ugualmente inquietante la richiesta di bruciare i libri. Perché chiedere che non vengano messi in vendita è come bruciarli”.
vgp
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