Parigi, 9 dic. (Apcom) – Resta un giallo la liberazione di Sakineh Moahmmadi-Ashtani, la 43enne iraniana condannata a morte per lapidazione. La notizia diffusa dall’ong tedesca “Commissione Internazionale contro la morte per lapidazione” è giunge come un fulmine a ciel sereno ma – a parte la mancanza di una conferma ufficiale della notizia – un ulteriore mistero è dato dal fatto che le primo foto che la ritraggono di ritorno a casa risalirebbero al 5 dicembre scorso.
Sono giunte infatti in quella data le foto inviate dalla tv
iraniana alle agenzie internazionali che specificavano che
la donna si trovava nella città di Osku, nella sua casa, per una
intervista con il canale in lingua inglese Press-Tv per una trasmissione non ancora andata in onda, senza dare
altri dettagli. Possibile dunque che il rilascio sia avvenuto già alcuni giorni fa, e la notizia sia stata diffusa solamente a giochi ormai fatti.
La donna appare sorridente, in buona salute, certamente più anziana rispetto alle foto che si conoscevano. Altre foto la mostrano con il figlio “per una intervista”, a Tabriz secondo Press Tv, e risalirebbero al 4 dicembre. Tuttavia restano forti dubbi. Nessun media iraniano ha commentato la notizia. Anzi questa sera il quarto cvanale della tv iraniana ha trasmesso un programma destinato proprio a provare la colpevolezza di Sakineh, denunciando la campagna politica dei media e dei leader occidentali nella vicenda. Da Parigi, il filosofo Bernad Henri Levy – molto attivo nella campagna per Sakineh – si è detto “molto scettico. Potremmo essere di fronte a una mostruosa manipolazione”.
(segue)
(con fonte Afp)
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