Febbre suina, crescono preoccupazioni. Oms: pandemia evitabile


Ginevra, 29 apr. (Apcom)
– Le strutture mediche degli Stati Uniti stanno indagando su due morti “sospette” in California, che potrebbero essere state causate dalla febbre suina: circostanza significativa, perché se confermata sarebbero i primi decessi avvenuti fuori del Messico. A New York sono “centinaia”, secondo le autorità, gli studenti contagiati dall’influenza, il che significa che i focolai non sono soltanto messicani ma anche statunitensi. Washington prende talmente sul serio la possibile epidemia da annunciare lo stanziamento di un miliardo e mezzo di dollari per bloccare la diffusione del virus.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) mantiene comunque al momento il livello 4 di allerta per il rischio di pandemia: lo ha annunciato il vicedirettore generale, Keiji Fukuda, sottolineando come “la situazione epidemiologica” della febbre suina sia in costante fase di evoluzione. Attualmente “la
situazione rimane molto seria: una pandemia non è affatto
inevitabile ma la possibilità viene considerata seriamente”, ha
spiegato Fukuda in conferenza stampa, precisando come rimanga
“fondamentale identificare i turisti contagiati, perché ciò ci
aiutererebbe a seguire il virus nel mondo e a stabilire come si
propaga”. In particolare, alcuni degli studenti contagiati a New
York non si erano recati in gita in Messico e quindi sono stati
infettati dai loro compagni, il che significa che esiste un
focolaio indipendente negli Stati Uniti: in tal caso, secondo
alcune fonti, l’Oms potrebbe anche decidere di passare alla fese
di allerta successiva, la quinta.

I dati dell’Oms parlano al momento di 79 casi accertati nel mondo, senza specificare quanti di questi siano stati mortali: 40 negli Stati Uniti, 26 in Messico, sei in Canada, tre in Nuova Zelanda e due ciascuno in Gran Bretagna e Spagna. Ma si tratta di cifre assolutamente provvisorie, perché le segnalazioni si stanno moltiplicando ormai da tutto il mondo.

Il passaggio alla fase cinque implicherebbe che il rischio
pandemia sia non solo imminente, ma anche inevitabile; l’attuale
fase quattro certifica la trasmissione umana diretta in almeno un Paese e segnala un aumento del rischio di un’epidemia globale, ma non indica che una pandemia sia inevitabile. La fase sei – massima allerta – è invece caratterizzata da trasmissione diffusa e prolungata del nuovo sottotipo di virus influenzale, in questo caso ormai classificato come pandemico.

Nell’Ue, i casi sospetti di influenza suina – o neoinfluenza, come da ieri l’ha ribattezzata la Commissione europea – su cui stanno attualmente indagando le autorità sanitarie riguardano 13 Stati membri, secondo le informazioni dell’Ecdc, il Centro europeo per il controllo delle malattie di Stoccolma. I casi accertati nell’Ue sono quattro, due nel Regno Unito (in Scozia), e due casi in Spagna (l’ultimo oggi). Nessuno in Italia.

Kat

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