Wikileaks/ Usa: Cina frustrata da leader birmani, ma teme caos


Parigi, 12 dic. (Apcom)
– La Cina è frustrata dai leader birmani, ma teme l’instabilità della Birmania. E’ quanto emerge dai documenti diplomatici Usa diffusi oggi da Wikileaks e ripresi da Le Monde.

Nel giugno 2006, al Segretario di Stato aggiunto per la regione Asia-Pacifico, Chris Hill, l’omologo cinese Wu Dawei riferì la sua frustrazione verso un regime “dove una sola persona prende tutte le decisioni importanti”. La Cina, concluse, sostiene la Birmania non perchè gradisce il suo regime, ma perché la sua instabilità, in particolare quella delle minoranze etniche presenti alla frontiera, fa temere un afflusso di profughi.

Dopo il ciclone Nagis del 2008, la giunta fece sapere agli americani di essere pronta a dialogare. In un’analisi trasmessa a Washington nell’aprile 2009, l’incaricato di affari americano a Rangoon, Larry Dinger, scrisse di non farsi illusioni sulle reali intenzioni dei generali birmani, definiti “xenofobi”, tanto da renderli impermeabili alle pressioni cinesi e “paranoici” verso gli Stati Uniti”. Hanno realmente creduto a un’invasione, scrisse Dinger, quando hanno visto avvicinarsi alle coste birmane una portaerei carica di aiuti umanitari. Sono ossessionati dall'”unità e dalla stabilità dello Stato”, aggiunse, “ignorano la realtà”. Tuttavia, è possibile che vogliano arrivare a una “strategia di uscita”: il capo della giunta, Than Shwe, “avrebbe espresso al presidente indonesiano Yudhoyono la sua intenzione di non comparire davanti a un tribunale internazionale”.
(fonte Afp)

Sim

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