Tunisi, 20 gen. (TMNews) – Il governo di transizione tunisino,
riunitosi oggi per il primo consiglio dei Ministri, ha approvato
un progetto di legge di amnistia generale, che dovrà ora essere
sottoposto all’esame del Parlamento: il decreto comprende anche
il partito islamico di Ennahdha, dichiarato illegale sotto il
regime del deposto presidente Zine el Abidine Ben Ali.
Tra le altre misure di democratizzazione annunciate lunedì scorso dal premier Mohammed Ghannouchi vi era anche la possibilità per i partiti dell’opposizione messi al bando da Ben Ali di rientrare nella legalità dietro semplice richiesta, facoltà di cui Ennahdha aveva annunciato di volersi avvalere.
Ennahdha aveva annunciato due gironi fa di non voler presentare
alcun candidato alle prossime elezioni presidenziali, previste
entro sei mesi, ma di voler partecipare alle elezioni politiche;
il movimento islamista aveva criticato la formazione del nuovo
governo di unità nazionale – di cui non è stato chiamato a far
parte, così come tutti i partiti di opposizione “illegali” quale
quello Comunista – definendolo un esecutivo “di esclusione
nazionale”.
Il premier tunisino Mohammed Ghannouchi aveva poi confermato che
il massimo dirigente di Ennahda, Rached Ghannouchi, non sarebbe
potuto rientrare dal suo esilio londinese se prima non fosse
stata approvata una legge di amnistia che ne cancellasse la
condanna all’ergastolo impostagli nel 1991. Fondato nel 1981 da
un gruppo di intellettuali ispirati dai Fratelli Musulmani
egiziani, Ennahdha (“Rinascita”) era stato in un primo momento
tollerato dalle autorità ma dopo le elezioni del 1989, in cui
ottenne il 17% dei suffragi, i suoi militanti e dirigenti vennero sottoposti a una dura repressione.
(fonte Afp)
(segue)
Mgi
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